I valori più elevati si osservano in Toscana e in Umbria, dove rispettivamente l'89,2% e l'83,7% dei comuni ospita un albergo nel proprio territorio.
Situazione opposta è quella che si registra nelle regioni meridionali: fatta eccezione per la Puglia e la Basilicata, dove la percentuale di comuni con strutture alberghiere è rispettivamente pari al 60,1% e 58,0% delle amministrazioni regionali, i valori registrati sono sempre inferiori alla media nazionale.
A conferma di quanto detto in precedenza, sono i comuni del Trentino-Alto Adige e quelli dell'Emilia-Romagna ad ospitare il numero maggiore di esercizi alberghieri, rispettivamente 5.736 e 4.462. Nei territori del sud si rilevano, invece, i valori più bassi; in modo particolare nei comuni molisani (108) e lucani (238), dove il numero di strutture alberghiere è inferiore alle 300 unità. Osservando l'analisi relativa al numero di posti letto offerti dalle strutture alberghiere, il dato medio nazionale si attesta su 37,71 posti letto per 1.000 abitanti. La situazione regionale, però, appare profondamente diversificata con i valori più elevati, registrati nei comuni del Trentino-Alto Adige e della Valle d'Aosta, che superano ampiamente il riferimento medio del Paese, arrivando rispettivamente a contare 236,27 e 179,91 posti letto per 1.000 abitanti. Al contrario, le amministrazioni campane (19,91), piemontesi (19,52) e molisane (19,50) non aggiungono i 20 posti letto per 1.000 abitanti.
Il valore percentuale dei comuni con strutture ricettive sul totale dei comuni cresce all'aumentare della taglia demografica: si passa dal 36,8% delle amministrazioni con una popolazione inferiore a 2.000 abitanti, le uniche a presentare un valore inferiore alla media nazionale, al 100% delle 12 grandi città italiane. Il numero più elevato di strutture ricettive, ovvero 6.827, si trova nei comuni appartenenti alla classe di ampiezza compresa tra 2.000 e 4.999 abitanti. Il numero di posti letto decresce all'aumentare della classe demografica, passando dai 70,13 posti letto per 1.000 abitanti dei piccolissimi comuni ai 41,00 delle amministrazioni con una popolazione compresa tra 5.000 e 9.999 abitanti. Nella classe demografica successiva (10.000-19.999 abitanti) il valore sale fino a 41,41 posti letto per poi tornare a diminuire fino ai 26,23 posti letto per 1.000 abitanti dei comuni con una popolazione compresa tra 60.000 e 249.999 abitanti. Infine, nelle città con oltre 250.000 cittadini i posti letto aumentano, seppur di poco, registrando un valore pari a 32,50 posti letto per mille abitanti, dato comunque inferiore alla media nazionale (37,71).
Osservando la rappresentazione cartografica, si nota che i comuni con un numero di posti letto superiore al valore medio si concentrano lungo le zone di confine dell'Italia settentrionale, in buona parte della Toscana, dell'Umbria e delle zone costiere di Emilia-Romagna, Marche, Sardegna e Sicilia, dove il turismo marittimo e balneare è particolarmente sviluppato. Al contrario, le amministrazioni prive di strutture alberghiere si incontrano più facilmente nell'entroterra delle regioni meridionali e delle due isole maggiori.