Con una percentuale superiore al 14%, si individuano i comuni valdostani, veneti e piemontesi. Tra le amministrazioni comunali del nord, solo i comuni del Trentino-Alto Adige presentano una percentuale inferiore rispetto alla media nazionale di donne elette alla carica di sindaco (l'11,4% vs 11,7%). Al centro Italia superano il valore medio nazionale i comuni di Umbria e Toscana (14,1% e 12,3%), mentre nei territori locali marchigiani e laziali si registrano percentuali inferiori (rispettivamente pari a 10,0% e 7,0%). Al sud, invece, solo nei comuni della Sardegna la partecipazione femminile ha un valore superiore al dato medio nazionale: il 12,0% dei sindaci sardi è donna. Nei comuni delle altre regioni meridionali l'amministrazione femminile presenta valori molto contenuti. I comuni campani registrano l'indice inferiore, con appena il 4,7% di donne elette alla carica di sindaco.
Al crescere della taglia demografica dei comuni decresce la partecipazione femminile alla carica di sindaco. Tale dato sembra confermare che nelle realtà locali più piccole le donne hanno maggiori possibilità di realizzare il loro impegno politico. Nei comuni con popolazione fino a 9.999 abitanti si registra una partecipazione femminile che si aggira intorno al dato medio nazionale dell'11,7%. Dalla classe di ampiezza demografica successiva, la presenza delle donne al vertice delle amministrazioni comunali continua a scendere, passando dal 10,5% dei comuni con popolazione compresa tra 10.000 e 19.999 abitanti, al 7,4% nei comuni con un numero di cittadini compreso tra 20.000 e 59.999. Dei comuni con oltre 60mila residenti solo sei hanno un sindaco donna, mentre tutte le maggiori città, con più di 250.000 abitanti, sono amministrate da uomini.
I comuni italiani amministrati da donne sindaco sono localizzati tendenzialmente nell'Italia centro-settentrionale, lungo la dorsale appenninica centro-meridionale e in Sardegna. La partecipazione femminile alla carica di sindaco è, invece, ancora molto contenuta nelle regioni meridionali.