Nella prospettiva di un più ampio confronto con il Governo sui principali interventi di carattere finanziario ed ordinamentale, chiediamo di accelerare l’adozione delle misure urgenti che assicurino un’ordinata gestione finanziaria dell’esercizio corrente e ci aspettiamo che le proposte trasmesse dall’Anci alla Presidenza del Consiglio trovino recepimento”. Lo afferma Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno, delegato Anci per la Finanza locale e presidente Ifel.
“E’ prioritario un intervento che riduca l’eccessiva onerosità degli adempimenti della contabilità economico-patrimoniale e del bilancio consolidato, che devono essere anzitutto resi facoltativi per i piccoli comuni. All’elevato sforzo amministrativo – ha spiegato Castelli – non corrisponde un effettivo arricchimento conoscitivo, che riteniamo già soddisfatto dalla nuova contabilità finanziaria. Deve inoltre essere previsto almeno un quadriennio di sperimentazione al fine di adottare gli eventuali correttivi necessaria per la messa a regime del nuovo sistema contabile.
“E' altresì urgente un intervento chiarificatore sulle modalità di applicazione dell’imposta sulla pubblicità in seguito alle incertezze prodotte da alcuni interventi legislativi e dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 15/2018. Vanno poi rivisti i criteri per l’accesso ai contributi agli investimenti di cui all’art.1 c. 853 della legge di bilancio 2018, mai concordati con Anci, e prorogato il termine per la presentazione delle domande relative al 2019, attualmente in scadenza al 20 settembre. Vanno introdotti sin d’ora dispositivi finalizzati alla ristrutturazione del debito locale che continua a pesare in modo abnorme su ampie fasce di comuni, soprattutto di medie e piccole dimensioni; servono misure di razionalizzazione delle procedure di riequilibrio finanziario, per facilitare il risanamento degli enti in difficoltà.
“Chiediamo infine un supplemento di attenzione – sottolinea il delegato Anci alla Finanza locale – sulle difficoltà degli enti del Centro Italia colpiti dagli eventi sismici del 2016. E’ in particolare avvertito il problema della carenza degli organici. In tale ottica è urgente che siano almeno prorogati i contratti a termine attivati nella fase emergenziale per fare fronte al processo di ricostruzione. Per gli enti terremotati ci attendiamo inoltre, in queste ore, l'emanazione del decreto ministeriale che proroga alcuni termini in scadenza il 31 luglio prossimo. Queste – conclude Castelli – sono le principali proposte contenute in un più ampio set di interventi che l’Anci ha già presentato al Governo. Si tratta per la gran parte di misure a costo zero, che consentirebbero di sistemare alcune questioni non risolte con la legge di bilancio e di assicurare una gestione finanziaria 2018 senza affanni, in attesa del confronto sui contenuti della legge di bilancio 2019.”
Pubblichiamo la sintesi dell'intervento del Presidente dell'Anci Decaro al convegno sul Partenariato pubblico-privato del 18 luglio a Roma.
“Che i Comuni investano non è soltanto una necessità per i cittadini, ma un’occasione, un volano economico per l’intero Paese. Per questo ho ricordato al ministro dell’Economia che gli amministratori degli enti locali sono in attesa di alcune misure fondamentali e non possono più aspettare”. Lo dichiara il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, intervenendo al convegno “Partenariato pubblico privato: nuovi investimenti e controllo della finanza pubblica” che si è svolto oggi al ministero dell’Economia e delle finanze e aperto dal ministro Giovanni Tria.
“I Comuni, dovendo far fronte alla contrazione delle risorse – ricorda Decaro – hanno utilizzato nuovi contenitori, come i programmi europei, e strumenti, come il partenariato pubblico privato, con risultati apprezzabili: i Comuni sono i primi committenti con 2.655 bandi attivi nel 2017 e con un valore complessivo di 33 miliardi, il 37 per cento dell’intero mercato del PPP. Certo esistono alcune criticità, come le procedure complicate, le difficoltà di far assumere al privato i rischi mantenendo la regia pubblica dell’iniziativa, le competenze non sempre adeguate nelle amministrazioni più piccole, anche per via del blocco del turn over. Per realizzare gli investimenti è necessario incrementare e agevolare il ricambio generazionale del personale dei Comuni. Negli anni di blocco del turn over abbiamo perso il 15 per cento di dipendenti: più di 50 mila unità. Anche l’innalzamento del ricambio al 100 per cento (che comunque non riguarda tutti i Comuni ma solo i più piccoli) ovviamente non è sufficiente a recuperare il ridimensionamento di anni di turn over bloccato. Va lasciato come unico vincolo il rispetto della media del triennio 2011/2013”.
Decaro ha quindi riepilogato le richieste dei Comuni in vista della legge di bilancio. “E’ fondamentale liberare gli avanzi di amministrazione per dare uno choc alla spesa di investimento. Bisogna aiutare i Comuni a rimettere in moto un ciclo ordinario degli investimenti attraverso: la programmazione, che significa stabilità di risorse, fondi per la progettazione, procedure più efficienti nella filiera della spesa per investimenti. Chiediamo il rifinanziamento del Bando periferie, un’operazione di successo sia perché ha innescato una fondamentale collaborazione tra Comuni all’interno delle Città metropolitane, sia perché ha avviato quella operazione di rammendo, dovuta, attesa, in quartieri nati per dare una risposta all’emergenza abitativa e mai dotati dei fondamentali spazi di socializzazione. Vogliamo una task force che supporti i Comuni per partecipare ai bandi di gara. Non è più rinviabile la ristrutturazione del debito il cui costo, troppo alto, satura la capacità di indebitamento dei Comuni e di conseguenza bloccano gli investimenti. Infine è necessario graduare l’accantonamento al fondo crediti dubbia esigibilità, altra leva che determina rigidità di bilancio. E attendiamo quei fondi, 560 milioni, di tagli non più previsti dal 2019 anche per operare una perequazione verticale che un po’ corregga certi eccessi della perequazione orizzontale”.