Nel 2016, secondi i rilevamenti di Eurostat, il 41,2% delle persone vive nelle città, il 30.6% nei piccoli centri, e il restante 28,2% nelle aree rurali.
Quasi un cittadino su quattro (esattamente il 23,6%) è a rischio povertà o ad esclusione sociale. Questo percentuale è comunque più bassa rispetto alla popolazione che vive nelle aree rurali dove questo dinamiche sono decisamente maggiori; infatti la percentuale di povertà e di esclusione sociale è pari al 25,6%.
Nella fascia mediana, quella che comprende i piccoli centri a ridosso delle grandi metropoli, la quota è attorno al 22% (21,6).
In ogni caso il dato significativo è che la quota delle persone a rischio povertà nelle città è decisamente aumentata nel corso degli anni, passando dal 22,7% del 2016 al 23,6% del 2017. Nei piccoli centri si è passati dal 20,3% del 2016 al 21,6% del 2017. Al contrario nelle aree rurali la quota si è abbassata dal 29% del 2010 al 25,5% del 2017. I paesi a forte rischio povertà si trovano in Grecia (33,6%), Bulgaria (31,1%) e, purtroppo, in Italia (30,3%). I paesi che registrano le migliori performance, invece, sono la Slovacchia (13%), la Repubblica Ceca (13,8%) e la Polonia (16,2%).
Le statistiche evidenziano una spaccatura geografica marcata; da un lato, un maggior rischio di povertà o esclusione sociale per le persone che vivono nelle città nella maggior parte degli Stati membri occidentali e settentrionali, dall'altra gli Stati membri orientali, meridionali e baltici dove tale rischio risulta essere presente nelle popolazioni rurali. Infine c'è da segnalare che la disomogeneità dei dati non è cosi marcata in Repubblica Ceca, Finlandia, Italia, Irlanda e Slovenia che presentano un quadro decisamente più uniforme.