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Le acque potabili in Italia, il censimento Istat

  • 14 Dic, 2017
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Istat pubblica il censimento 2015 delle acque ad uso civile in Italia. Il volume raggiunto nel 2015 è il medesimo dell’ultima rilevazione datata 2012; stiamo parlando di 9,5 miliardi di metri cubi.
Quasi l’85% del prelievo d'acqua che si ha in Italia proviene da acque sotterranee. Un terzo di acque utilizzate passa attraverso un trattamento di potabilizzazione per garantire una qualità dell’acqua senza agenti inquinanti fino all’utente finale.
Nelle reti comunali vengono immessi, giornalmente, quasi 400 lt, 375 per l’esattezza, per singolo abitante.
220 litri al giorno per abitante è la quantità di acqua erogata per uso autorizzato. Circa 20 litri in meno rispetto al precedente rilevamento; forse questo è dovuto alle preoccupanti notizie che ci arrivano dalle carenze di acqua che interessano l’intero pianeta e che ha generato una maggiore sensibilizzazione da parte di ogni singolo cittadino nella preservazione del nostro il bene più importate: l’acqua.
I volumi giornalieri variano in maniera sensibile a seconda delle Regioni. Si passa dai 559 litri a cittadino della Valle d’Aosta ai 286 della Puglia. Il dato negativo riguarda la dispersione di acqua potabile nelle reti di distribuzione. Si tratta, in effetti, di 3,4 miliardi di metri cubi, pari al 41,45% dell’acqua immessa nelle reti. Numeri impressionanti. L’Istat ci dice che calcolando un consumo medio di 80 metri cubi, ci si potrebbe soddisfare circa quaranta milioni di persone. Le isole e il centro sud sono le zone dove avvengono le principali dispersioni d’acqua.
Ad oggi gli impianti di depurazioni delle acque reflue sono circa 18 mila, la maggior parte dei quali concentrati al nord della nostra penisola(quasi undicimila).
I gestori che operano nel settore idrico sono 2857, in leggera flessione rispetto al 2012. 1877 sono, invece, gli operatori che operano per il solo uso di acqua potabile potabile. I Comuni che hanno una rete di distribuzione sono 8024, quelli senza alcuna copertura 23. Gli abitanti di questi Comuni, circa 100mila abitanti, usufruiscono di soluzioni di auto approvvigionamento come quelle dei pozzi privati.
Un dato positivo, rispetto al precedente rilevamento, è la diminuzione dell’8% della presenza di inquinanti industriali negli impianti di depurazione.
Le regioni del nord-ovest e quelle del sud assieme contribuiscono al prelievo della metà dell’acqua potabile erogata sul suolo italiano. La Lombardia è, in assoluto, la Regione che genera il maggiore consumo di acqua.
L’Istat, infine, registra la presenza, nel 2015, di alcuni Comuni privi del servizio di rete fognaria pubblica. Sono 40 amministrazioni che coinvolgono circa 400mila persone. In allegato ila ricerca Istat

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