Circa un terzo del Pil europeo è indirizzato alla spesa sociale. I dati che escono dall’Ufficio Statistico Europeo, Eurostat, ci dicono che rispetto alla precedente rilevazione, riferita al 2010, la quota relativa alla spesa sociale, nel vecchio continente, è leggermente aumentata passando dal 28,6% a 29% del Pil.
La quota in questione è composta per il 54% dai contributi sociali e il restante 43% proveniente dalle imposte.
La fotografia che Eurostat produce è decisamente frastagliata, da una parte Francia, Danimarca e Finlandia, capaci di spendere oltre il 30% del proprio Pil nel sociale, e con Austria, Italia, Belgio e Olanda che sono in perfetta media europea attorno al 30% ; dall’altra parte vi sono quei Paesi che si trovano sotto la soglia del 20% del Pil e che sono riconducibili, principalmente, ai paesi dell’est europeo. Ecco, quindi, la sequenza negativa con Romania e Lettonia al 15%, e poco più sopra troviamo Lituania e Estonia al 16%. Insomma, delle realtà molto differenti tra loro con le dissomiglianze che ne derivano.
Ergo, da questo discordante approccio alla spesa sociale si evidenzia come siano differenti gli standard di vita all’interno degli stati membri e di come ogni nazione, all’interno della Ue, abbia un modus operandi del tutto particolareggiato sul tema del sociale. in allegato lo studio Eurostat.