Il dato è di quelli che fanno piangere solo al pensiero. In Europa 24,8 milioni di ragazzi, da 0 a 17 anni, sono a rischio povertà o ad esclusione sociale. Lo dice Eurostat e purtroppo l’anno di riferimento è il 2016. Questa situazione è figlia della lunga crisi economica che attanaglia la nostra società.
Il riferimento statistico individuato da Eurostat si attribuisce a ragazzi le cui famiglie hanno subito una privazione sociale, determinata da una perdita di lavoro, totale o parziale, del proprio genitore; in ogni caso, ha generato una privazione economica e, quindi, una diminuzione del proprio status sociale. Insomma, una fenomenologia sociale del tutto nuova e meritevole di essere studiata ed approfondita. Il dato evidenziato dall’Istituto di Statistica europea è leggermente calato, rispetto al 2010, passando dal 27,5% al 26,4%. Andando al dettaglio dei paesi membri, abbiamo il dato negativo della Romania che ha quasi il 50% dei bimbi a rischio povertà, per l’esattezza il 49,2%. Poco sotto vi è la Bulgaria con il 45,6%, seguono la Grecia (37,5%), l’Ungheria (33,6%), la Spagna (32,9%) ed, infine, l’Italia al 32,8%. Un dato preoccupante per il nostro paese che purtroppo, come si evince dai dati, è più vicino agli ultimi della classe piuttosto che tra i primi. In ogni caso il belpaese è sopra la soglia della media europea che come dicevamo è al 26,4%. In vetta spiccano i paesi scandinavi, con la Danimarca, che ha il 13,8% di ragazzi a rischio povertà, e la Finlandia con il 14,7%. A seguire vi è la Slovenia, con il 14,9%, la Repubblica Ceca (14,4%) e l’Olanda (17,6%).