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Strumenti finanziari e politica di coesione: le interviste agli esperti

  • 06 Apr, 2017

Gli Strumenti finanziari sono fondi revolving cofinanziati da Fondi strutturali UE che le Regioni possono decidere di attivare nell’ambito dei Programmi Operativi. Dal punto di vista delle regole di accesso e del circuito finanziario, gli Strumenti finanziari attivano risorse per investimenti territoriali, con la complessa formula del partenariato pubblico-privato.

Nello scorso ciclo di programmazione 2007-2013, il Fondo di sviluppo urbano (FSU) “JESSICA” ha finanziato ai Comuni interventi di rigenerazione urbana e di efficientamento energetico nelle aree urbane. In quell’esperienza, dal lato Comuni, sono emerse alcune difficoltà nell’adottare una programmazione e una conseguente progettazione delle opere pubbliche che fosse coerente con la programmazione degli Strumenti finanziari, sia dal punto di vista dei contenuti che dei cronoprogrammi di attuazione degli interventi. Inoltre sono emerse criticità sui tempi di attivazione del fondo e sulla governance della valutazione ex ante - ossia la valutazione dei fabbisogni dei territori e delle condizioni di contesto - che l’Autorità di Gestione deve effettuare per decidere se istituire un Fondo di Sviluppo Urbano nel proprio PO. In particolare, i tempi di attuazione dei progetti urbani nel nostro Paese si sono rilevati ancora troppo lunghi, rispetto ai cronoprogrammi di attuazione degli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali e, a maggior ragione, degli interventi finanziati dai c.d. Fondi di sviluppo urbano.

Nel ciclo 2007-2013 le criticità riscontrate hanno riguardato non solo i tempi lunghi, appunto, per l’inserimento dei Fondi JESSICA nei Programmi Operativi (si è dovuto attendere la metà del ciclo di programmazione) ma in fase attuativa anche l’assenza di una programmazione di medio/lungo periodo, da parte delle Regioni, in grado di dare certezze ai Comuni (potenziali beneficiari) sui criteri di selezione dei progetti da finanziare, con numerosi cambi di procedure, o addirittura modifica delle priorità di investimento del Fondo stesso.

Di questo abbiamo parlato con alcuni esperti nelle interviste realizzate in occasione della presentazione del volume Strumenti finanziari per gli investimenti pubblici nella Politica di coesione 2014-2020 - Orientamenti all’uso dei fondi per progetti locali generatori di entrate.

LE INTERVISTE

 

In particolare abbiamo chiesto a Piero Atella che effetto hanno i tempo dei progetti urbani sui processi di finanziamento con Strumenti finanziari e a Marco Ceritelli quali sono le criticità che i Comuni incontrano nella realizzazione di progetti che sviluppo che richiedono rigenerazione del patrimonio pubblico.

Le interviste fanno emergere come il sistema dei Comuni dovrebbe rafforzare competenze e know-how per fare programmazione e progettazione di qualità in grado di intercettare le risorse di strumenti complessi come, tra gli altri, i Fondi di sviluppo urbano. Al contempo, sarebbe auspicabile che le Autorità di gestione dei POR FESR 2014-2020, accelerassero i tempi per l’eventuale inserimento nei loro PO di FSU e provvedessero a coinvolgere i Comuni già a monte della programmazione degli interventi da finanziare col Fondo. Sotto il profilo dei tempi di attivazione, poiché ad oggi non sono ancora stati istituiti dei FSU nei PO 2014-2020, si rischia di nuovo, come nella programmazione 2007-2013, di avere un periodo ridotto di tempo per poter investire in progetti di qualità le risorse che saranno allocate nei Fondi. 

A Gianni Carbonaro è stato chiesto, invece, che ruolo hanno i territori nella valutazione ex ante e dall’intervista emerge che, quanto al coinvolgimento dei Comuni già in fase di programmazione degli interventi (c.d. valutazione ex ante), sarebbe opportuno che gli Strumenti finanziari fossero fortemente mirati alle esigenze del territorio, ponendosi la finalità di colmare gli effettivi gap di mercato esistenti nelle opere e nei servizi pubblici. Ogni area territoriale ha le sue peculiarità e necessità, non solo da un punto di vista quantitativo (dimensione degli investimenti), ma anche e soprattutto da un punto di vista qualitativo (ad es., l’apertura del capitale di rischio non è facilmente accettata in alcune aree).

Le valutazioni ex-ante richieste per l’avvio di Strumenti finanziari nella nuova programmazione dovrebbero andare in questa direzione. Tutto ciò consentirebbe una programmazione degli SF e degli investimenti da finanziare più adeguata al contesto programmatico del territorio e rappresenterebbe un primo passo per il superamento di alcune criticità che, tra le altre, hanno condizionato la velocità e la qualità della spesa che nel ciclo 2007-2013 è stata co-finanziata con i Fondi di Sviluppo Urbano.

Infine l’intervista a Francesco Monaco focalizza l’attenzione sulle attività che IFEL sta svolgendo, insieme ad un gruppo di partner importanti come BEI, Cassa Depositi e Prestiti e altri esperti, a supporto del sistema dei Comuni.

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