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Pon metro, 14 grandi città protagoniste della sperimentazione Ue 2014-2020

  • 07 Dic, 2015
Pubblicato in: Fondi Europei e coesione
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La riunione del Comitato di sorveglianza, tenuta a Roma nei giorni scorsi, ha segnato l'avvio effettivo del Programma operativo città metropolitane (Pon Metro), approvato nel luglio scorso dalla Commissione Ue.
Il Pon Metro è l'unica esperienza europea che vede le città metropolitane protagoniste indiscusse di un programma nazionale della coesione 2014-2020 e che – attraverso l'adozione di strategie integrate di sviluppo urbano concepite in una cornice nazionale - punta a contribuire alla costruzione di un'agenda urbana europea.
Al centro del programma si collocano, come detto, le strategie urbane e i piani integrati di sviluppo sostenibili delle 14 città metropolitane italiane (Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Cagliari, Messina, Catania, Palermo).
Le risorse
È utile ricordare che il programma mobiliterà risorse finanziarie pari a 892.933.334 euro, articolate in cinque Assi di intervento:
I. Agenda digitale metropolitana (151.982.830 euro);
II. Sostenibilità dei servizi e della mobilità urbana (318.288.000 euro);
III. Servizi per l'inclusione sociale (217.193.592 euro);
IV. Infrastrutture per l'inclusione sociale (169.751.580 euro);
V. Assistenza tecnica (35.717.332 euro).
I risultati attesi
Confermati i risultati attesi del Pon: da quello che prevede la copertura di servizi digitali interattivi per i cittadini nel 70% dei Comuni delle aree metropolitane (anche attraverso l'inter-operatività dei rispettivi sistemi informativi), alla conversione di 92mila punti di illuminazione pubblica con tecnologia Led per un risparmio di consumi pari a 18GWh\Kmq; dal calo dei consumi energetici primari annuali degli edifici pubblici (2,2 GWh\anno) mediante ristrutturazione e riconversione di 38.000 mq di superficie, alla creazione di oltre 200 km di piste ciclabili; dalla riqualificazione di spazi urbani da adibire ad abitazioni per 1.800 persone senza fissa dimora, alla creazione di 2.270 alloggi aggiuntivi riabilitati per altrettante famiglie che versano in condizioni di disagio abitativo; dal risanamento di oltre 2.250 spazi e 35.000 mq da mettere a disposizione per attività sociali, alla promozione di azioni di accompagnamento che dovranno riguardare quasi 500 persone su 18mila appartenenti a comunità emarginate. Ma veniamo con ordine alle cose decise.
Le decisioni
L'approvazione del «Regolamento interno» del Comitato ha consentito di verificare l'apertura al partenariato economico e sociale del programma, secondo quanto disposto dal nuovo codice di condotta europeo. I meccanismi di attivazione del partenariato dovranno riguardare anche i soggetti locali, il cui coinvolgimento consentirà di definire più precisamente il fabbisogno di investimenti a livello di singola città e di tarare appropriatamente i relativi piani integrati di sviluppo urbano.
Un segretariato tecnico di programma - composto dall'autorità di gestione, dalle 14 città, dalle amministrazioni centrali competenti per materia e a cui partecipa anche Anci (alla quale è riconosciuto un ruolo di supporto all'attuazione e disseminazione dei risultati) - istruirà in appositi tavoli tecnici le principali questioni procedurali e amministrative che riguarderanno la gestione del programma.
Ad oggi sono già operativi quattro tavoli tecnici (agenda digitale, mobilità sostenibile, inclusione sociale e governance), che hanno contribuito a definire aspetti rilevanti del programma (circuito finanziario, sistema di gestione e controllo, definizione dei dossier progettuali, ecc), altri potranno essere costituiti.
L'impegno dei prossimi mesi riguarderà la costruzione di una piattaforma a matrice attraverso la quale assicurare il raccordo degli interventi, co-finanziati dal Pon Metro, con gli interventi, che sulle medesime materie e sui medesimi target urbani, potranno essere definiti dagli altri programmi operativi nazionali (Pon) e\o regionali (Por) della coesione o da risorse ordinarie di bilancio.
Le 14 città coinvolte (autorità urbane) saranno nominate «organismi intermedi» e riceveranno un'ampia delega di poteri gestionali da parte dell'autorità di gestione (Agenzia per la coesione territoriale), che comunque manterrà una responsabilità piena sull'attuazione dell'intero Pon.
Il Comitato ha approvato, a questo proposito, «uno schema di atto di delega» che nelle prossime settimane sarà sottoposto alla verifica tecnica di ciascuna città per stabilire gli obblighi reciproci che dovranno essere assunti.
Il Comitato, in armonia con le disposizioni regolamentari in materia di poteri delegati, ha poi stabilito come presupposti per la sottoscrizione degli atti di delega alle città, sia l'approvazione da parte dell'Autorità di gestione di un «Documento strategico dell'area metropolitana» (che peraltro tutte le città hanno già sottoposto all'approvazione dell'Agenzia), sia la verifica da parte dell'autorità di audit (Igrue-Rgs) di «un piano di riorganizzazione amministrativa» che le 14 città dovranno adottare a breve e che consentirà di far funzione il sistema di gestione e di controllo previsto per la certificazione delle spese.
L'autorità di gestione, inoltre, ha illustrato i contenuti del proprio «piano di riorganizzazione amministrativo», la cui implementazione rappresenterà un'ulteriore condizione di efficacia ed efficienza del programma.
Un «Piano integrato degli interventi di sviluppo urbano sostenibile», infine, in fase di redazione dalle città, secondo quanto disposto dall'articolo 7 del regolamento Fesr e con il metodo innovativo della co-progettazione, sarà allegato alla convenzione di delega che ciascuna autorità urbana sottoscriverà nelle prossime settimane con l'Agenzia della coesione territoriale. Dalla sottoscrizione delle convenzioni di delega potranno partire concretamente i cantieri e la costruzione dei nuovi servizi.
A completare il quadro, un sistema informativo, messo a punto con la collaborazione del Politecnico di Milano, potrà consentire uno scambio veloce di informazioni e dati fra Agenzia, città e beneficiari del programma e potrebbe rappresentare la chiave di volta per verificare, nei tempi previsti, anche il conseguimento dei risultati attesi del Pon.
Il programma, infine, sarà dotato di un «piano di comunicazione» che consentirà ai cittadini di verificare costantemente l'avanzamento degli interventi nonché di contribuire ai necessari aggiustamenti delle strategie urbane adottate.

di Francesco Monaco - Responsabile Area politica di coesione territoriale Anci

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