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Politica di coesione: servizi di cura per infanzia e anziani non autosufficienti (Pac), avviati in buona parte dei territori

  • 09 Mag, 2016
Pubblicato in: Fondi Europei e coesione
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Il recente Comitato di indirizzo e sorveglianza (Cis) del Pac servizi di cura per infanzia e anziani non autosufficienti ha sancito un'inversione di rotta nella gestione dell'intervento: la spesa ha fatto registrare un avanzamento significativo, Regioni e i Comuni (attraverso Anci) hanno ristabilito la normale cooperazione interistituzionale, le prime realizzazioni sul territorio cominciano a vedere la luce, i servizi sembrano essere avviati in buona parte degli ambiti territoriali.
Il Piano
Il Piano nato nel 2013, a seguito di un'energica azione di rimodulazione dei programmi operativi regionali della coesione (POR FESR e FSE 2007-2013), si applica a Calabria, Sicilia, Puglia e Campania. Mette a disposizione cospicue risorse, per rafforzare l'azione pubblica nel campo dei servizi di welfare locale. La dotazione finanziaria di 730 milioni (400 per i servizi di cura all'infanzia e 330 agli anziani non autosufficienti) con la legge di stabilità 2015 aveva subito un taglio di oltre 102 milioni di euro, cosicché la dotazione attuale ammonta a 627 milioni di euro.
Il Piano prevede un rafforzamento del sistema di programmazione e gestione dei servizi e interviene su una filiera ordinaria di competenze multilivello, distribuite fra Stato, Regioni ed enti locali (distretti sociali d'ambito e uffici di piano della legge 238/2000). L'obiettivo è quello di potenziare, nei territori ricompresi nelle 4 Regioni, l'offerta dei servizi all'infanzia (0-3 anni) e gli anziani non autosufficienti (over 65), riducendo il divario di "offerta" rispetto al resto del Paese.
Oggi, i dati degli impegni finanziari nelle quattro regioni interessate, risultanti dal monitoraggio straordinario condotto dall'autorità di gestione del programma, si attestano intorno 170 milioni di euro pari al 71% del finanziamento complessivo per la prima annualità mentre solo quattro mesi fa si era fermi al 15%.
Con questa inversione di tendenza sarà probabilmente possibile evitare i tagli previsti -come sanzione per mancati impegni - dalla legge di stabilità 2016, scongiurando forti penalizzazione nei Comuni e nelle fasce più deboli della popolazione meridionale.
I risultati
Si può, dunque, dire che i problemi del Piano siano stati superati e da ora andrà tutto bene? Guardiamo intanto alle cose fatte.
Fino a qualche mese fa il Piano era segnato da gravissimi problemi di attuazione e risultava quasi al palo nell'erogazione della spesa.
Il Comitato di indirizzo e sorveglianza (Cis) a ottobre 2015aveva preso atto delle difficoltà attuative e promosso un'azione di monitoraggio straordinario per sollecitare gli ambiti a velocizzare le procedure.
Dalla discussione era emerso che le parti istituzionali condividevano la necessità di rafforzare il presidio del Piano e, su iniziativa dell'Anci, hanno identificato una metodologia di lavoro piuttosto incisiva e un catalogo di comuni impegni, al fine di aggredire i nodi ancora non sciolti dell'attuazione.
Gli impegni sono poi confluiti in un protocollo d'intesa siglato dall'autorità di gestione, dalle Regioni e dalle Anci regionali (previsto un ruolo di supporto per Anci nazionale); tale protocollo successivamente è stato ratificato anche dal partenariato economico e sociale. Dalla sigla dell'intesa a oggi è stata realizzata una intensa attività di approfondimento e di supporto sia livello centrale che, soprattutto, territoriale. A seguito di tale attività l'autorità di gestione ha diramato circolari che hanno parzialmente ri-definito le procedure da seguire per portare a termine le attività previste dai Piani di Intervento del Primo Riparto.
L'Anci ha svolto una complessa e determinante funzione di interfacciamento dialogico/operativo con le proprie associazioni territoriale, le Regioni e i Comuni interessati. L'autorità di gestione ha quindi esaminato, in incontri verticali (per ambiti territoriali), tutte le problematiche attuative Regione per Regione.
Con le Anci regionali sono stati proposti diversi incontri con i Comuni capofila degli ambiti (destinatari dei finanziamenti) nel corso dei quali sono stati monitorate e affrontate le esigenze degli uffici e dei servizi.
Le richieste emerse sono state portate all'attenzione dell'autorità di gestione che, in alcuni casi, ha provveduto, emanando – come detto - specifiche direttive e apportando numerosi chiarimenti alle norme attuative del Pac.
Ora però si apre una nuova fase. Si dovrà decidere delle economie del primo riparto e preparasi ad avviare il secondo. Il lavoro non è finito, ma un significativo passo avanti è stato certamente fatto.

di Francesco Monaco - Responsabile Area Politiche di coesione territoriale Anci e Fabrizio Clementi - Responsabile Area Anci Supporto e Documentazione ai Processi di Innovazione Istituzionale e Coordinamento delle Anci Regionali

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