A partire dal 2014, i cinque fondi strutturali e di investimento europei operano all'interno di un quadro comune e perseguono obiettivi politici complementari, nell'ambito della strategia strategia Europa 2020. Questi fondi rappresentano la principale fonte di investimenti a livello Ue per aiutare gli Stati membri a contrastare il declino, ripristinare e incrementare la crescita, assicurare una ripresa economica e dei livelli di occupazione, garantendo al contempo lo sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi di Europa 2020.
Un corpus unico di regole disciplina i cinque fondi strutturali e di investimento (Esif) dell'Ue: Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr); Fondo sociale europeo (Fes); Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr); Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp); Fondo di coesione (Fc).
Priorità d'intervento dello sviluppo rurale
La politica di sviluppo rurale dell'Ue si è evoluta costantemente per rispondere alle sfide emergenti nelle zone rurali.
La riforma della Politica agricola comune (Pac) del 2013 mantiene d'altra parte molte delle caratteristiche principali della politica di sviluppo rurale del 2007-2013.
Come in passato, la politica sarà attuata mediante programmi di sviluppo rurale (Psr) nazionali e/o regionali settennali.
Gli Stati membri hanno elaborato i programmi di sviluppo rurale basandosi su almeno 4 delle 6 priorità Ue per lo sviluppo rurale: 1) promuovere il trasferimento di conoscenze e l'innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali; 2) potenziare la redditività e la competitività di tutti i tipi di agricoltura e promuovere tecnologie innovative per le aziende agricole e una gestione sostenibile delle foreste; 3) promuovere l'organizzazione della filiera alimentare, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo; 4) preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alle foreste; 5) incoraggiare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di CO2 e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale; 6) promuovere l'integrazione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali.
In base ai criteri stabiliti nell'Accordo di Partenariato, in Italia ai fini dell'ammissibilità degli interventi di sviluppo rurale, si distinguono: aree A) urbane e periurbane; aree B) rurali ad agricoltura intensiva e specializzata; aree C) rurali intermedie con densità di popolazione uguale o inferiore a 180 abitanti/km²; aree D) rurali con problemi complessivi di sviluppo.
Programmi nazionali e dotazione finanziaria
Il Programma nazionale di sviluppo rurale (Pnrs) prevede tre linee di intervento: 1) gestione del rischio; 2) investimenti in infrastrutture irrigue; 3) miglioramento genetico del patrimonio zootecnico e biodiversità animale.
Gli interventi del Psrn agiranno in sinergia con i 21 Psr attivati a livello regionale, garantendo la coerenza e la complementarietà della strategia e delle misure attivate.
La dotazione finanziaria ammonta a € 2.140.000.000 [di cui 963 milioni di euro Feasr e 1,17 miliardi di euro di cofinanziamento nazionale].
Il Programma della rete rurale nazionale (Rrn) intende invece favorire lo scambio di esperienze e di conoscenze tra le aree rurali. Essa si rivolge a 3 gruppi target: a) tutti i soggetti ai diversi livelli (regionale in primis e locale) impegnati nella programmazione, gestione e attuazione della Politica di sviluppo rurale (Autorità di gestione, Organismi Pagatori, Gal, eccera); b) il partenariato economico e sociale nelle forme organizzate, compresi le organizzazioni professionali degli imprenditori ed i reali o potenziali beneficiari del sostegno pubblico (stakeholder); c) la società civile, coloro che contribuiscono alle entrate fiscali.
La dotazione finanziaria di Rrn ammonta a € 114.665.194 euro [di cui 59.671.767 di euro Feasr e 55 milioni di euro di cofinanziamento nazionale
Strumenti dello sviluppo rurale
Il sostegno del Feasr deve andare a interventi diretti a:
a) invertire le tendenze al declino socioeconomico e allo spopolamento;
b) favorire l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione;
c) favorire lo sviluppo di servizi di base ed infrastrutture locali atti a promuovere l'inclusione sociale nelle zone rurali.
Lo strumento di intervento più importante per i Comuni è denominato Strategia di Sviluppo Locale – SSL, disciplinato agli articoli 32 e seguenti del regolamento Ue n. 1303\2013.
Nella passata programmazione tale approccio era denominato Leader e presupponeva, come ora, che le azioni condotte da singoli operatori interagivano tra loro in una logica coordinata a livello territoriale e/o di filiera locale.
Gruppi di Azione Locale (Gal), costituiti da partners privati e pubblici, realizzano le Strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo nell'ambito della Misura 19 dei Piani di sviluppo rurale regionali. In molti programmi regionali, la Misura 19 concorre alla realizzazione della «Strategia nazionale per aree interne».
Caratteriste dei Gal
Nei Gal devono essere presenti diversi gruppi di interesse, tra cui partner sia privati sia pubblici - questi ultimi, in misura inferiore al 50% a livello decisionale - rappresentativi del territorio e della strategia individuata. Il territorio oggetto della strategia deve avere una popolazione non inferiore a 10.000 abitanti e non superiore a 150.000 abitanti.
I Gal esercitano le funzioni attribuite dall'articolo 34, paragrafo 3, del regolamento Ue n. 1303/2013 ossia: a) rafforzare la capacità dei soggetti locali di elaborare e attuare operazioni, anche stimolandone le capacità di gestione dei progetti; b) elaborare una procedura di selezione trasparente e non discriminatoria e criteri oggettivi di selezione delle operazioni che evitino conflitti di interessi, che garantiscano che almeno il 50 % dei voti espressi nelle decisioni di selezione provenga da partner che sono autorità non pubbliche e che consentano la selezione mediante procedura scritta; c) garantire la coerenza con la strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo nella selezione delle operazioni, stabilendo l'ordine di priorità di tali operazioni in funzione del loro contributo al conseguimento degli obiettivi e dei target di tale strategia; d) preparare e pubblicare gli inviti a presentare proposte o un bando permanente per la presentazione di progetti, compresa la definizione dei criteri di selezione; ricevere e valutare le domande di sostegno; e) selezionare le operazioni e fissare l'importo del sostegno e, se pertinente, presentare le proposte all'organismo responsabile della verifica finale dell'ammissibilità prima dell'approvazione; f) verificare l'attuazione della strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo e delle operazioni finanziate e condurre attività di valutazione specifiche legate a tale strategia.
di Simona Elmo - Dipartimento Fondi Ue e investimenti territoriali Ifel e Francesco Monaco - Responsabile Area Politica di coesione territoriale Anci