Con l'articolo di oggi si chiude il ciclo di approfondimenti sulla ricognizione delle risorse finanziarie dedicate al tema dello sviluppo urbano sostenibile nei programmi operativi regionali del ciclo 2014-2020 della politica di coesione, in osservanza alle stringenti prescrizioni dei regolamenti comunitari adottati a fine 2013.
Come già visto in precedenti articoli pubblicati su questo sito, l'analisi condotta da Anci-Ifel nell'ambito delle attività di ricerca dell'Osservatorio permanente sulla politica di coesione, ha fatto emergere che in quasi tutte le Regioni italiane del Mezzogiorno e del Centro Nord, la prescritta riserva di appostamento obbligatorio del 5% di risorse Fesr sui temi dello sviluppo urbano è stata rispettata; e anzi, in alcuni casi, risulta significativamente superata.
Anche nelle Regioni in transizione (Abruzzo, Molise, Sardegna) tale quota di investimenti è stata rispettata e, in alcuni casi, notevolmente innalzata.
Il totale generale delle risorse dei fondi strutturali assegnati alle città infatti in queste Regioni ammonta a 1.350,4 mln di euro, così ripartiti: 841,3 mln di euro su Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr); 509,1 mln di euro sul Fondo Sociale Europeo (Fse). Vediamo meglio nel dettaglio.
Il Por Molise
Investimenti tra i più elevati in termini percentuali del valore totale del Po, si registrano proprio nel Por di una Regione in transizione, il Molise. Il Por Molise è un programma plurifondo, ovvero riguarda sia il Fesr che l'Fse. Sono previsti infatti 3 Iti urbani, ai quali sono destinati 7.809.088,56 euro di risorse Fesr pari al 14,75% della dotazione complessiva Fesr del Po, integrate da risorse Fse 1.669.726,00 euro, che corrispondono al 7% della dotazione complessiva Fse della Regione. Il totale di risorse Ue (Fesr+Fse) per gli interventi in ambito urbano ammonta dunque a 9.478.814,56 (12,34% della dotazione Ue complessiva del Programma) Con i 3 Programmi Iti la Regione supporta lo sviluppo dei tre centri urbani principali, ovvero i due capoluoghi di provincia (Campobasso, Isernia) e una città intermedia in termini demografici (Termoli), e lo sviluppo dei relativi hinterland (Ripalimosani e Ferrazzano per Campobasso; Pesche e Miranda per Isernia; Campomarino, San Giacomo degli Schiavoni e Guglionesi per Termoli), che costituiscono poli di erogazione di servizi di rango elevato. L'approccio scelto è multidimensionale e plurisettoriale, con un portafoglio di interventi a valere sugli Assi : 2 Agenda Digitale, 3 Competitività del sistema produttivo, 4 Energia Sostenibile, 5 Ambiente, cultura e turismo, 6 Occupazione e 7 Inclusione sociale e lotta alla povertà.
Il Po Fesr della Regione Abruzzo
Importanti investimenti per le aree urbane sono previsti anche nei programmi operativi di Abruzzo e Sardegna.
Vale 11.500.000 di euro l'Asse VII «Sviluppo urbano sostenibile» del Po Fesr della Regione Abruzzo, pari a circa il 9,93% della dotazione complessiva Fesr del Po. La contenuta dimensione finanziaria del Por induce ad una focalizzazione sulle quattro città capoluogo (L'Aquila, Chieti, Pescara, Teramo) e ad assumere un approccio selettivo nella definizione degli ambiti di intervento che intercettano funzioni urbane chiave e che intervengono verso alcune criticità quali la non completa disponibilità di infrastrutture e servizi digitali, l'insufficienza dell'offerta di trasporto pubblico e la debole valorizzazione del patrimonio culturale. Gli investimenti saranno dunque finalizzati a migliorare la qualità della vita della popolazione residente e sostenere la diffusione di tecnologie a basso impatto ambientale nell'erogazione dei servizi (mobilità, efficienza energetica) di utilità collettiva.
Tre Iti pilota in Sardegna
La Regione Sardegna ai suoi 3 ITI pilota per le aree urbane di Cagliari, Sassari e Olbia, destina 31.149.641 di risorse Fesr pari al 6,69% della dotazione totale Fesr del programma, prevedendo però la possibilità che le tre città citate assumano il ruolo di organismo Intermedio, ovvero assumano autonomia gestionale rispetto all'Iti, a seguito della delega delle relative funzioni attuative da parte dell'Autorità di gestione regionale del Po. La delega è tuttavia esplicitamente condizionata a che le città si dotino di strutture dedicate allo scopo e di qualificate competenze. I 3 programmi sono rivolti ai quartieri disagiati delle 3 aree urbane, con un approccio che intende incentivare specifiche politiche - in grado di incidere in situazioni di disagio abitativo e sociale - di rigenerazione urbana con un insieme di azioni organico, integrato e intersettoriale di carattere economico, per la riqualificazione degli spazi e per il sostegno ai soggetti più deboli, con una particolare attenzione rivolta ai temi dell'innovazione e dell'inclusione sociale.
di Simona Elmo - Dipartimento Fondi Europei e Investimenti Territoriali Ifel e Francesco Monaco - Area Politiche di coesione territoriale Anci