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Sull'Imu tagli illegittimi ma recuperi «impossibili»-Sole 24ore

  • 01 Ago, 2016
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Non c'è pace per i tagli agli enti locali "compensativi" dell'Imu, nati sulla scorta degli interventi che da fine 2011 sono stati scritti sull'onda dell'emergenza e quindi senza troppa attenzione alla correttezza dei rapporti finanziari fra Stato e Comuni.

L'ultima bordata è arrivata dalla Corte costituzionale, che con l'ordinanza 188/2016 (presidente Grossi, relatore Carosi) ha bocciato gli accantonamenti obbligatori imposti al Friuli Venezia Giulia nell'ambito dei complicati sistemi di compensazione prodotti dall'Imu. In pratica il meccanismo, ridefinito nella manovra per il 2014 (commi 711, 712 e 729 della legge 147/2013), congelava una serie di somme legate alla compartecipazione erariale, che rimanevano sotto il cappello regionale (per toglierle da lì sarebbe servito un procedimento costituzionale) ma non potevano essere spese per garantire gli obiettivi di finanza pubblica. Nel complesso del bilancio pubblico, le regole cancellate dalla Consulta per illegittimità rappresentano tutto sommato una voce piccola, ma la decisione dei giudici delle leggi è importante per due ordini di motivi. A condannare il meccanismoè stato il carattere unilaterale dell'azione dello Stato, che ha calcolato aumenti di gettito e compensazioni sulla base di stime senza passare dall'intesa con la Regione e senza nemmeno produrre dati di dettaglio per certificare la correttezza dei calcoli. Si tratta dello stesso vizio che meno di due mesi fa aveva spinto la Consulta a dichiarare l'illegittimità della spending review da 2,25 miliardi decisa dal governo Monti (sentenza 129/2016, descritta sul Sole 24 Ore del 7 giugno). In questi termini, poi, il pro­ blema suona parecchio famigliare anche agli amministratori locali dei territoria Statuto ordinario, perché i loro bilanci sono stati tagliati sulla base di un maggior gettito Imu stimato a suo tempo dall'Economia sulla base di numeri modificati vorticosamente in pochi mesi. A indicarei parallelismi fra il "piccolo" caso friulano e il più grande problema nazionale è un'altra sentenza, questa volta del Consiglio di Stato (si tratta della sentenza 5008/2015, su cui si veda Il Sole 24 Ore del 14 marzo scorso).I giudici ammi­ nistrativi avevano messo sotto esame il pilastro della manovra Imu, che tagliava ai Comuni il gettito aggiuntivo prodotto dal rigonfiamento delle basi imponibili che era scattato con il passaggio dalla vecchia alla nuova imposta. I tagli erano stati misurati dal confronto fra il gettito standard stimato per l'Imu 2012 e quello dell'Ici 2010, anche questo curiosamente ritoccato ex post dalle stime ministeriali; l'inciampo non era passato indenne all'esame dei giudici amministrativi, che ne hanno sancito l'illegittimità. Attenzione: i problemi che caratterizzano i tagli compensativi dell'Imu non sono una questione da giuristi ma hanno evidenti impatti pratici. La sentenza del Consiglio di Stato, da sola, vale circa mezzo miliardo, che ora dovrebbe essere recuperato con un complicato ricalcolo delle spettanze di ogni Comune. Di questo lavorio, che qualche mese fa si era cominciato a studiare, si sono perse le tracce, ed è difficile che il tema riesca a farsi strada nel già affollatissimo cantiere della manovra: l'unica alternativa, sentenze alla mano, è rassegnarsi all'idea che i Comuni, e i contribuenti che li finanziano, paghino pegno anche quando è illegittima la norma che presenta loro il conto.

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