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Fisco locale in cerca di stabilità - Italia oggi

  • 26 Feb, 2016
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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La fiscalità  locale non riesce a trovare stabilità  e le modifiche normative che intervengono annualmente ne cambiano le regole e le dinamiche, obbligando gli enti locali a rivedere piani pluriennali e programmazioni strategiche di medio e lungo periodo. In questa ottica di nuovo centralismo si collocano le scelte assunte, negli anni, dal legislatore.

Oltre ad amplificare un quadro di forte contrazione dell'autonomia, il legislatore ha introdotto novità  tributarie, spesso non necessarie o addirittura contraddittorie, rispetto a principi di equità  fiscale e a elementi di semplificazione e di razionalizzazione del rapporto tra pubblica amministrazione e cittadino. Investire personale negli uffici tributi La nascita dell'Imu e della Tasi ha generato confusione e difficoltà  applicative, dando la sensazione che l'unica «spinta riformista » fosse nel nome del tributo e nella crescita esponenziale dei coefficienti di rivalutazione delle rendite catastali e del proporzionale incremento del carico fiscale. èsufficiente rilevare che in quattro anni dalla nascita dell'imposta municipale propria e della successiva Iuc sono stati emanati sulla materia: 6 decreti legislativi, 34 decreti legge, 26 risoluzioni e 7 circolari ministeriali. Gli uffici tributi nello svolgimento delle proprie attività  non hanno soltanto la necessità  di studiare e approfondire la copiosa quantità  di atti emanati a livello centrale, ma devono riuscire a trasformarne i contenuti in istruzioni operative ai contribuenti, semplici, chiare e praticabili. èun compito molto impegnativo che toglie tempo ed energie agli uffici tributi che potrebbero utilizzare al meglio queste risorse nelle tipiche fasi organizzative delle attività : gestione, accertamento e riscossione. Investire nel personale degli uffici tributi è una scelta strategica vincente perchè© consente di ridurre le confl ittualità , i contenziosi e di operare con il dovuto buon senso, nel rispetto delle norme e dei contribuenti. Significa anche migliorare l'impostazione regolamentare dell'ente e garantire al comune una maggiore efficacia nella gestione delle novità  normative, nella tempestiva applicazione della prassi e nell'approfondimento della giurisprudenza. Il supporto tecnico e la necessaria alta professionalità  da ricercare in esterno devono essere finalizzati a garantire l'avvio di un processo innovativo che, nel medio periodo, sia in grado di proseguire in autonomia grazie alle competenze acquisite dal personale nella conoscenza applicativa delle norme per l'utilizzo di un programma informatico fl essibile e personalizzato. Tax gap e contrasto all'evasione L'attenzione al contrasto all'evasione e il miglioramento delle percentuali di riscossione coattiva sono le due fasi su cui focalizzare l'attenzione nei piani esecutivi di gestione di ogni ufficio tributi, cercando di crescere in termini qualitativi e quantitativi, grazie all'innovazione tecnologica e all'approfondimento normativo. Entrando nel merito della prima fase, è necessario assumere decisioni strategiche di quantificazione preventiva dell'evasione presente, al fine di generare una razionale e tempestiva attività  di verifica; questo è oggi possibile grazie al calcolo del tax gap che in modo approssimato consente di quantificare il gettito reale nei singoli territori. Tale esperienza di calcolo del tax gap, è stata elaborata dall'Agenzia delle entrate a livello nazionale e perfezionata in Toscana, in 80 enti locali che rappresentano il 28% dei comuni della regione e il 40% della popolazione, con risultati molto rilevanti in termini di emersione di gettito evaso, con percentuali prudenti di evasione per Imu 2012, stimabili tra l'11 e il 15%. Controlli fiscali a due anni e accertamenti simultanei su Imu, Tasi e Tari In primo luogo è necessario attivare un progetto triennale straordinario, che riduca i tempi dei controlli da cinque a due anni, favorendo la rapidità  dei controlli, l'aggiornamento in tempi più rapidi delle banche dati e la crescita della capacità  di riscossione. Quando si programma una crescita dell'innovazione tecnologica e l'innalzamento del livello dei controlli ci si riferisce anche alla possibilità  di procedere con accertamenti d'imposte diverse, sullo stesso immobile e per lo stesso anno. Il parametro di riferimento, ai fini della quantificazione della base imponibile, è collocato nella stessa visura catastale e la sua completa lettura informatica può generare l'accertamento utilizzando la rendita catastale per le imposte patrimoniali, e il valore non inferiore all'80% della superficie catastale ai fini della tassa sui rifiuti. La lettura completa della visura consente un'attività  di accertamento simultanea che raggiunge risultati superiori in termini di recupero di gettito e risparmi sui costi derivanti dall'economia di scala. Queste strategie sono compatibili con le attuali strutture degli uffici tributi italiani, seppure sotto dimensionati in termini di risorse umane e strumentazione tecnica. Investire nel recupero dell'evasione, peraltro autofinanziandone il costo con le nuove entrate, è l'unica vera possibilità  di rilancio del federalismo fiscale. La riscossione pre coattiva La seconda fase su cui è necessario focalizzare l'attenzione riguarda la possibilità  di ridurre il numero di pratiche trasferite alla tradizionale riscossione coattiva, tramite ruolo o atto d'ingiunzione. Le percentuali di riscossione coattiva, a prescindere dallo strumento utilizzato e dalle diverse opportunità  operative, sono sensibilmente diminuite negli ultimi anni, per motivi normativi ed economici facilmente intuibili. La necessità  di operare una fase di riscossione pre coattiva, internamente all'ufficio tributi, da attivare prima dell'invio a coattivo dell'elenco degli accertamenti non riscossi spontaneamente, è una priorità  indispensabile. In assenza di attività  pre coattiva, i ruoli crescono e le percentuali di riscossione scendono, in quanto le modalità  di rateazione applicabili al debito tributario non attengono più a quelli fissati dal comune, ma a quelli stabiliti dal legislatore nazionale fino a settantadue rate o addirittura fino a centoventi rate mensili. Tempi molto ampi assolutamente antieconomici e privi di buon senso nel caso dei tributi locali che, nella grande maggioranza, hanno accertamenti con valori medi inferiori ai mille euro. A nostro avviso, la priorità  è tendere a ridurre le posizioni trasferite alla fase coattiva investendo nella tecnologia e nella formazione del personale interno all'ente, con l'obiettivo di favorire e valorizzare lo strumento della riscossione diretta rateizzata delle pratiche pre coattive. èuna sfida complessa e articolata, che può appassionare chi amministra e dirige i settori entrate degli enti locali, con la volontà  di governare l'innovazione da protagonisti e non di vivere passivamente una prassi consolidata che si alimenta per la sola forza d'inerzia. Il federalismo fiscale, attuato con intelligenza ed equità , è la vera riforma da completare e da rilanciare, individuando nelle diversità  dei territori, una ricchezza da valorizzare e non un ostacolo da appiattire e standardizzare. * esperto nazionale di finanza locale di Legautonomie

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