L'agevolazione sui tributi locali può incrociarsi, a seconda deiComuni e dei contratti applicati, con l'aliquota al 10% della cedolare secca (prevista anche per i centri colpiti da calamità nei cinque anni precedenti il 28 maggio 2014) e con le tradizioni deduzioni maggiorate peri centri ad alta tensione abitativa. I proprietari dei 2,8 milioni di abitazioni locate sono cosଠchiamati a verificare come si modifica il tax rate. u pagina 5 pPer i proprietari di 2,8 milioni di case affittate è arrivato il momento di aggiornare il tax rate sui redditi da locazione, verificando le opportunità di risparmio fiscale riservate a chi stipula con l'inquilino un contratto a canone concordato. Lo sconto del 25% sull'Imu e la Tasi introdotto dalla legge di Stabilità 2016 è l'ultimo tassello di un mosaico che tende a incentivare gli affitti a prezzi moderati, e che comprende anche la cedolare secca al 10%e le tradizionali deduzioni extra del 30% per chi resta alla tassazione ordinaria (si veda la scheda a destra). Le norme, però, si sono stratificate in modo disordinato, e la convenienza dipende da diversi fattori: il tipo di contratto, il tipo di Comune in cui si trova l'immobile, la rendita catastale dell'abitazione e l'aliquota locale di Imu e Tasi. Lo sgravio Imu e Tasi «Le situazioni sono diverse nelle varie città , ma ci stanno arrivando indicazioni ottimistiche: c'è maggior interesse per i contratti agevolati », commenta il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. «Certo è difficile prendere delle decisioni aggiunge perchè© i proprietari finora non hanno mai avuto la certezza delle norme fiscali per gli anni successivi ». La novità 2016è la riduzione del 25% dell'aliquota Imu (ed eventualmente Tasi) per le case affittate a canone concordato. In pratica, lo sconto vale peri diversi contratti "calmierati" previsti dalla legge 431/1998: 1 i contratti agevolati (3+2); 1 i contratti per studenti universitari (da sei mesi a tre anni); 1 i contratti transitori (da uno a 18 mesi) stipulati nei grandi centri in cui il canone va fissato nel range stabilito negli accordi territoriali. Come chiarito dal dipartimento Finanze a Telefisco, in tutti questi casi a essere ridotta è l'aliquota applicata dal Comune. Quindi, se c'è un'aliquota ridotta, è questa a dover essere scontata. Ad esempio, a Milano gli affitti calmierati - se la casa è usata dall'inquilino come abitazione principale - nel 2015 pagavano il 6,5 per mille di Imu (contro il 9,6 per mille degli altri affitti) e lo 0,8 per mille di Tasi. Lo stop agli aumenti dei tributi locali- dettato dalla legge di Stabilità - fa sଠche le delibere 2015 possano essere prese come riferimento per calcolare lo sconto minimo quest'anno. Per intenderci, una casa affittata come abitazione principale con una rendita catastale di 459 euro - il valore medio delle abitazioni locate in Italia - a Torino pagherebbe il 5,75 per mille di Imu, che ridotto del 25% porta l'imposta annua da 443 a 332 euro. Tra l'altro, questo sconto può essere applicato in tuttii Comuni. Anche se, naturalmente, bisogna stipulare un contratto agevolato in base agli accordi territoriali tra associazioni della proprietà ediliziae sindacati inquilini, applicando il canone ridotto. La cedolare al 10 per cento Gli altri incentivi riguardano i redditi di locazione. Qui il pezzo forte è la cedolare al 10% (prevista per il periodo 2014 17) che risulta praticamente imbattibile se confrontata con le deduzioni Irpef maggiorate per quasi tutti contribuenti. Proprio la tassa piatta diversamente dalle altre agevolazioni reddituali può essere applicata anche nei Comuni colpiti da calamità , oltre che in quelli ad alta tensione abitativa, e a Telefisco le Entrate hanno chiarito come procedere nei centri in cui manca l'intesa locale (si veda l'articolo qui sotto). Come ottenere gli sconti Per chi ha già un contratto a ca none concordato, lo sconto Imu e Tasi è automatico (basta solo ricordarsi di presentare la dichiarazione Imu nel 2017), mentre la scelta per la cedolare secca se non ancora effettuata può essere fatta valere dalla prima nuova annualità contrattuale. La situazione è abbastanza semplice anche per chi non ha ancora stipulato il contratto: si tratta solo di valutare se le nuove agevolazioni fanno pendere la bilancia dalla parte del canone concordato. Secondo Tecnocasa, nel primo semestre del 2015 il 18% dei contratti è stato stipulato a canone calmierato, contro il 13,9% dell'anno precedente. Edè ragionevole attendersi un altro aumento. Anche il numero dei contribuenti che applicano la cedolare secca sui canoni concordati è quasi triplicato in tre anni, secondo le statistiche sui redditi dichiarati nel 2014: un trend superiore a quello registrato tra le locazioni di mercato. Un po' più delicata, invece, la posizione di chi ha in corso una locazione a prezzi di mercato, perchè© in questo caso il proprietario potrebbe valutare la risoluzione del contratto e la stipula di un nuovo affitto concordato, offrendo all'inquilino un canone ridotto. «C'è anche chi valuta l'ipotesi di trasformarei contratti in essere, da libero ad agevolato conferma Spaziani Testa . èuna scelta che potrebbe essere interessante, tra gli altri, per i locatori che avevano scelto il canone libero prima che, nel 2014, fosse introdotta la cedolare al 10 per cento ».