Il lavoro di Economia e Viminale sulla metodologia di distribuzione delle risorse è al traguardo, e approderà alla prossima conferenza Stato-Città che potrebbe essere convocata per mercoledì 30, a meno che si decida di accorparla all'Unificata appena spostata dal 31 luglio al 4 agosto. In ogni caso, salvo sorprese dell'ultima ora i numeri arriveranno prima della pausa estiva, offrendo qualche certezza in più agli amministratori locali sui bilanci 2014. A quel punto, l'ultimo grande assente sarà rappresentato dai tagli della nuova spending review messa in campo dal decreto con il bonus Irpef: gli enti locali avevano tempo fino a ieri per mandare le nuove certificazioni con i dati di spesa che costituiscono le basi di calcolo, ma è difficile che l'assegnazione definitiva dei sacrifici arrivi prima della ripresa.
L'emersione del fondo Tasi dalle nebbie che l'hanno avvolto per mesi, comunque, darà una mano anche ai molti Comuni che ancora non hanno deciso le aliquote 2014 (nel censimento ufficiale del dipartimento Finanze mancano ancora più di 5mila delibere). Queste risorse aggiuntive, previste solo per quest'anno, saranno misurate prima di tutto dal quadro delle aliquote registrato in ogni Comune nel 2013: sugli immobili diversi dall'abitazione principale, infatti, la somma di Imu e Tasi non può superare il 10,6 per mille (al netto dello 0,8 per mille aggiuntivo pro-detrazioni), per cui chi ha già portato l'Imu al massimo (come quasi tutti i capoluoghi) si trova "scippato" di un pezzo di leva fiscale; se anche l'aliquota teorica 2013 sull'abitazione principale è volata in alto, il problema si aggrava e di conseguenza aumenterà la quota di «fondo-Tasi» in arrivo.
I tecnici del Governo hanno utilizzato questi parametri per definire la geografia del fondo, tenendo conto anche del fabbisogno teorico di detrazioni in base alle stime sulla composizione della base imponibile nei diversi Comuni. Naturalmente la fotografia non potrà essere precisa, perché basata su stime e non sul censimento puntuale degli immobili di ogni Comune. C'è un dato, però, che potrà migliorare l'accoglienza dei numeri da parte degli amministratori locali: una quota di risorse, pari a circa 180 milioni, è stata utilizzata per allargare la platea dei beneficiari anche ai Comuni che non hanno aumentato la vecchia aliquota Imu sull'abitazione principale, ma fino al 2013 hanno concentrato lo sforzo fiscale sugli altri immobili. Anche a chi si trova in questa condizione, molto frequente, andrà dunque una fetta del fondo, per evitare di imporre loro una manovra pesante sull'abitazione principale per pareggiare i conti. In questo modo, quindi, si attenua anche il "premio implicito" che il meccanismo assegnerebbe a chi nel passato recente ha aumentato le aliquote Imu.