E se i vincoli europei legati al rispetto del patto di Stabilità interno costituiscono «un meccanismo chiaramente inefficiente, che premia decisioni sbagliate e punisce quelle giuste», sarebbe opportuno, invece, la mannaia si abbattesse, eliminandone «molte», sulle società partecipate «fonti di spreco». Parola di Pier Carlo Padoan, ministro dell'economia che ieri, durante un convegno a Napoli, ha tracciato con queste parole il percorso della futura manovra: «Abbiamo chiari i grandi obiettivi» della legge di Stabilità 2016 e, in particolare, ha evidenziato, quelli di «rimuovere tutte le clausole di salvaguardia».E di «non cambiare rotta, continuando con l'abbattimento delle tasse». Al dicastero di via XX Settembre si è aperto il cantiere della nuova imposizione che, ha anticipato, sarà orientata «a semplificare o, al limite, unificare in una tassa unica tutte quelle tasse che vengono imposte dalle amministrazioni» territoriali, denominata «local tax»; il percorso necessita, tuttavia, di un approfondimento tecnico. La cornice dell'intervento di Padoan, ha permesso al ministro di focalizzarsi pure sulla questione meridionale, assicurando che il Sud ha «un ruolo centrale» nella politica del governo ed è essenziale che vi vengano attivate riforme strutturali che valgono per tutto il Paese, senza cioè ricorrere a misure «ad hoc». E c'è, infine, un capitolo da non sottovalutare: le partecipate locali che «si voleva già affrontare nella scorsa Legge di Stabilità». Ce ne sono «troppe», ha tagliato corto, «molte andrebbero solo chiuse, perché sono un centro di spreco, altre, invece, funzionano bene, ma purtroppo la maggior parte non sono» nel Mezzogiorno, ha chiuso.