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Tasse più alte sulle case sfitte Il conto da pagare? 1,6 miliardi - Il Corriere della Sera del 2 agosto del 2013

  • 02 Ago, 2013
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Con la riforma dell'Imu, attesa nel giro di un paio di settimane, potrebbe arrivare una vera e propria stangata sui proprietari degli immobili sfitti.

I redditi figurativi che ne derivano, oggi assorbiti dall'Imu, potrebbero tornare a essere tassati con l'aliquota marginale dell'Irpef, ristabilendo un pari trattamento fiscale con i redditi degli immobili locati. Una batosta da 1,6 miliardi di euro, con i quali potrebbe essere finanziata anche una parte della riforma dell'Imu, con l'alleggerimento sulle prime case. Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, ritiene che l'asimmetria del trattamento fiscale tra chi ha una casa e l'affitta e chi invece la tiene a disposizione, con evidenti vantaggi a favore di questi ultimi, «non trovi alcuna giustificazione, nè dal punto di vista equitativo, né tributario, nè economico». Dall'anno scorso l'Imu ha assorbito l'Irpef sui redditi fondiari degli immobili a disposizione (la rendita catastale rivalutata del 33%), ma non quella sui redditi da locazione, soggetti alla cedolare secca o all'aliquota marginale Irpef. Così i contribuenti con immobili a disposizione hanno subito con l'Imu un aumento delle imposte parecchio inferiore a quello subito da chi ha una casa affittata. In alcuni casi, anzi, i contribuenti più ricchi hanno addirittura risparmiato con l'introduzione dell'Imu al posto della tassazione Irpef. Mentre i proprietari degli immobili affittati, in molti casi, hanno perduto con l'Imu quelle poche agevolazioni concesse dai comuni sull'Ici. A regime chi affitta casa paga Imu e Irpef, chi la tiene vuota solo l'Imu. Una stortura da correggere scrive il ministero dell'Economia nel rapporto sulle ipotesi di revisione dell'Imu. E secondo il ministro Saccomanni, che già in Parlamento aveva denunciato lo sperequazione, occorrerà ristabilire la «neutralità fiscale». «L'esclusione delle rendite catastali dalla tassazione progressiva garantisce un vantaggio maggiore ai proprietari con reddito più elevato e contrasta con le politiche di incentivo all'emersione, favorendo il mercato irregolare degli affitti» sottolinea il rapporto del Mef.

Notizie migliori, invece, per le imprese. Ieri l'Agenzia delle Entrate ha emanato una circolare sulla deducibilità delle perdite su crediti da parte delle imprese. Da ora sarà possibile dedurre integralmente le perdite derivanti dalla svalutazione dei piccoli crediti fino a 2.500 euro scaduti da almeno sei mesi e i crediti prescritti.

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