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Cedolare ridotta, Risparmio di 700 euro - Corriere della Sera del 30 agosto del 2013

  • 30 Ago, 2013
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Il decreto prova a rianimare una forma contrattuale di locazione che nelle grandi città ha incontrato poco successo, quella dei canoni concordati.

La tassazione forfettaria (la cosiddetta cedolare secca) per questa tipologia di affitto infatti scende al 15%. La stipula dei contratti di locazione concordata è prevista dal terzo comma dell'articolo 2 della legge 431/8 sulle locazioni abitative. I rappresentanti del Comune, delle associazioni dei proprietari e dei sindacati degli inquilini stabiliscono una griglia di valori massimi a cui è possibile locare le abitazioni a seconda delle caratteristiche dell'immobile e della zona in cui è situato.

I proprietari che accettano di locare secondo i valori stabiliti dall'accordo territoriale possono godere di un miglior trattamento fiscale ai fini Irpef mentre i comuni possono (ma non devono) deliberare aliquote Imu ridotte. Inoltre la durata contrattuale minima è di cinque anni (tre+due di tacito rinnovo se al termine del primo periodo non vi sono le condizioni per disdettare il contratto) a fronte degli otto anni (quattro+quattro di rinnovo automatico) delle locazioni a canone libero. Con l'introduzione della cedolare secca, l'imposta onnicomprensiva che sostituisce Irpef, addizionali e imposta di registro, il vantaggio fiscale era diventato risibile: 21% l'aliquota per i contratti standard, 19% per quelli concordati. L'abbassamento di altri quattro punti nella tassazione dei concordati da solo non appare sufficiente per invertire la tendenza.

Nella tabella è possibile valutare il grande vantaggio che l'applicazione della cedolare secca comporta per i proprietari rispetto al regime ordinario di tassazione. Su un affitto mensile da 500 euro (6.000 all'anno) un contribuente con 30mila euro di reddito risparmia 702 euro all'anno di imposte, che salgono a 902 nel caso in cui il reddito superi gli 80mila euro. Come in tutte le forme di tassazione forfettaria risulta sempre più favorito chi ha un imponibile più alto.

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