Dal prossimo anno terreni agricoli e fabbricati rurali strumentali saranno soggetti al pagamento dell'Imu. I titolari di questi immobili che per il 2013 hanno fruito della sospensione dell'acconto Imu di giugno, poi dell'abolizione della prima rata e che, con molta probabilità, non pagheranno neppure la seconda rata a saldo, dal 2014 saranno nuovamente soggetti all'imposta municipale poiché il disegno della legge di Stabilità conferma l'esonero dal pagamento solo per le abitazioni principali e relative pertinenze. Per il 2013 sia i terreni agricoli che i fabbricati rurali non sono stati assoggettati al pagamento della prima rata Imu. L'esonero dal pagamento per i terreni agricoli ha riguardato anche quelli non condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Il dl sull'imposizione immobiliare (102/2013) ha escluso il pagamento per tutti gli immobili per i quali a giugno era stata concessa la sospensione. L'articolo 1 del dl 54/2013, infatti, aveva concesso la sospensione richiamando l'articolo 13, comma 5 del dl «salva Italia» (201/2011), che ricomprende nella nozione di terreno agricolo anche quello che non viene condotto direttamente da un coltivatore o imprenditore agricolo professionale. La norma si limitava però a concedere la sospensione dal pagamento dell'imposta solo per i terreni agricoli. Quindi, erano tenuti a passare alla cassa i titolari di terreni incolti, a meno che non fossero posseduti da un agricoltore. Va ricordato che i benefici fiscali sui terreni agricoli non sono più limitati alle persone fisiche, ma si estendono anche alle società agricole. Per la qualificazione di coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale occorre fare riferimento all'articolo 1 del decreto legislativo 99/2004 e non più, come avveniva per l'Ici, all'articolo 58 del decreto legislativo 446/1997. Quest'ultima disposizione qualificava come coltivatori diretti e imprenditori agricoli solo le persone fisiche iscritte negli elenchi comunali e soggette alla contribuzione obbligatoria per invalidità, vecchiaia e malattia. Dunque, escludeva le aziende agricole (società di persone, cooperative e di capitali, anche a scopo consortile). Stessa sorte spetta ai fabbricati rurali strumentali. Hanno questa qualificazione quelli utilizzati per la manipolazione, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli. La norma del ddl di stabilità non contempla più l'esenzione dal pagamento per i titolari di questi immobili. Per i fabbricati rurali, tra l'altro, non conta più la classificazione catastale. Possono mantenere le loro categorie originarie. È sufficiente l'annotazione catastale, tranne per i fabbricati strumentali che siano per loro natura censibili nella categoria D/10. Con la circolare 2/2012 l'Agenzia ha anche fornito dei chiarimenti, relativamente a quanto disposto dal decreto ministeriale emanato il 26 luglio 2012, sugli adempimenti che devono porre in essere i titolari dei fabbricati interessati a ottenere l'annotazione negli atti catastali della ruralità, al fine di fruire anche per l'Imu delle agevolazioni tributarie, così come disposto dall'articolo 13 del dl «salva Italia» (201/2011). Domande e autocertificazioni necessarie per il riconoscimento del requisito di ruralità, redatte in conformità ai modelli allegati al decreto ministeriale, avrebbero dovuto essere presentate all'ufficio provinciale competente per territorio entro il 1° ottobre 2012, al fine di ottenere l'esenzione Ici anche per gli anni pregressi. Le reazioni. «La reintroduzione di una tassa sui terreni agricoli e sui fabbricati rurali non è stata discussa in Consiglio dei ministri. Si tratterebbe di una tassa doppiamente ingiusta che peserebbe sui terreni che sono i veri mezzi di produzioni degli agricoltori»: a tuonare contro la reintroduzione dell'Imu prevista dal ddl stabilità su terreni agricoli e fabbricati rurali e strumentali è il ministro alle politiche agricole, Nunzia De Girolamo. Che avverte: «Né io né il mio partito potremo consentire che un settore strategico come quello agricolo venga penalizzato nuovamente dopo la battaglia che, insieme a tutti gli agricoltori e alle loro associazioni di riferimento, abbiamo sostenuto in questi mesi». E a quanto pare, le organizzazioni agricole sono già sul piede di guerra. Per Coldiretti, «il chiarimento del ministro De Girolamo è coerente con l'impegno assunto dal governo per abolire definitivamente l'Imuper i terreni e i fabbricati strumentali all'attività agricola». Per palazzo Rospigliosi «non è neanche immaginabile un passo indietro che mina la credibilità delle istituzioni e mette a rischio un intero sistema produttivo, con una tassa profondamente ingiusta».Fuoco di sbarramento anche da Copagri: «Non si torna indietro, non siamo affatto disponibili. Si tratterebbe evidentemente di una tassa iniqua, che ha colpito e colpirebbe il settore nei suoi punti nevralgici e strategici, ovvero i beni e le strutture indispensabili per produrre, per vivere come comparto economico. L'abolizione dell'Imu, certamente per i beni strumentali, era ed è nel programma dell'attuale governo», ricorda il presidente Franco Verrascina, che avverte: «Riproporla sarebbe un clamoroso autogol». Una stoccata a De Girolamo la riserva invece Dario Stefàno, presidente della giunta per le immunità parlamentari al senato: «Trovo imbarazzante che sull'Imu agricola il ministro affermi che non se n'era discusso in Cdm e che non è d'accordo su quanto contenuto nel ddl stabilità 2014. Perché questo significa che o il provvedimento è stato fatto in sua assenza o il ministro si è distratto nella fase della discussione in Cdm». In realtà, va detto che il provvedimento è stato a lungo in gestazione presso i tecnici di palazzo Chigi e dell'Economia, prima di approdare al senato. nella sua veste definitiva.