Ultimo aggiornamento 28.04.2025 - 14:51

Pubblichiamo questa nuova versione dello schema di delibera di approvazione diniego stralcio parziale, che contiene un riferimento necessario espresso all’articolo 1, comma 228, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, che mancava nella precedente versione.

Si invitano pertanto gli enti che avessero già scaricato la precedente versione dalla notizia dell'8 gennaio 2023 a sostituirla con la presente.

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“La generatività, intesa come nuovo approccio di pensare alla collettività nel suo insieme, può rivelarsi una strategia vincente per affrontare e risolvere meglio i problemi che affliggono le comunità territoriali e le famiglie. Tuttavia, essa da sola non basta: alla base di ogni azione deve esserci una visione complessiva che metta insieme tutti i livelli decisionali e di governo su questioni fondamentali per le quali bisogna remare tutti nella medesima direzione”. Lo ha detto Alessandro Canelli, sindaco di Novara e presidente IFEL intervenendo a Roma alla presentazione del primo Rapporto ‘Italia generativa’ che ha evidenziato uno scenario luci ed ombre con un grave problema demografico da affrontare con urgenza, ma anche la possibilità che il Paese possa rialzarsi dal periodo post pandemico.

“Il dato che mi allarma di più leggendo l’analisi presentata oggi – ha sottolineato Canelli – è che la maggior parte delle comunità del paese non trova lavoro rimanendo nella parte non attiva del Paese. E, diversamente da quanto avveniva negli anni Sessanta, sembra non avere più la voglia di lottare ogni giorno per risalire la china. Basti pensare che su 800 miliardi di spesa complessiva da parte delle famiglie, ben 400 miliardi sono finanziati da pensioni e da altre forme di assistenza sociale”. Tutto questo mentre restano “validi modelli consumistici che appaiono ormai insostenibili”, ma verso cui la popolazione “resta legata alimentando così la propria insoddisfazione”.

Come uscire da questa situazione, invertendo la rotta di un declino che altrimenti sembra inarrestabile? Canelli accoglie l’invito che arriva dagli estensori del rapporto di “investire, non solo risorse ma anche energie e fiducia reciproca per “ri-guardare” insieme i nostri territori”. Da questo punto di vista per il presidente di IFEL, “i Comuni possono agire per favorire una maggiore coesione delle comunità, a vantaggio di processi innovativi che consentano di affrontare in modo diverso e più efficace i tantissimi problemi quotidiani delle famiglie”. Tuttavia, questi modelli innovativi “vanno definiti all’interno delle comunità stesse con le persone che li promuovono e in modo aperto. Ma affinché risultino efficaci “bisogna soprattutto interagire con tutti gli altri livelli di governo e anche con altri attori che – ha concluso – aiutano a realizzare i cambiamenti che ci servono per preparare un futuro migliore”.

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L’ Agenzia per la Coesione Territoriale, ha comunicato che al 31 dicembre 2022 tutti i 51 Programmi Operativi (PO) cofinanziati dal FESR e dal FSE del ciclo di programmazione 2014-2020, hanno presentato la certificazione delle spese sostenute e la relativa domanda di rimborso alla Commissione europea raggiungendo il risultato del superamento del target n+3 dell’anno 2022.

La spesa complessivamente certificata alla Commissione europea è risultata pari a circa 35,02 miliardi di euro, con un incremento di 6,4 miliardi di euro rispetto all’importo di 28,6 miliardi di euro conseguito al 31 dicembre 2021. In termini percentuali la spesa si attesta al 54% del totale delle risorse programmate, pari a 64,9 miliardi di euro.

Anche tutti i programmi (19) di Cooperazione Territoriale Europea (CTE) del ciclo di programmazione 2014-2020, hanno raggiunto il target N+3 fissato al 31 dicembre 2022. La spesa complessiva certificata è pari a 1,77 miliardi di euro, rispetto all’importo di 1,37 conseguito al 31 dicembre 2021. In termini percentuali la spesa si attesta al 60,8% del totale delle risorse programmate pari a 2,96 miliardi di euro. I risultati raggiunti hanno consentito ad ogni PO di superare le soglie di spesa previste al 31 dicembre 2022, in una situazione di persistente criticità dovuta al protrarsi degli effetti socio economici conseguenti alla pandemia da Covid 19 ed alla crisi ucraina.

Pubblicato in: Fondi Europei e coesione

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