Pur non connotandosi come un’esposizione esaustiva dei numeri della finanza locale, questo lavoro, basandosi su dati di fonti diverse (certificati consuntivi, ISTAT, dati gestionali del Ministero dell’Economia e delle Finanze e Ministero dell’Interno) offre un quadro di sintesi utile per focalizzare ed interpretare i principali aspetti che contrassegnano l’evoluzione strutturale in atto nel campo della finanza comunale.
Anche per effetto della persistente crisi finanziaria che attraversa il Paese ormai da qualche anno, i Comuni vivono una stagione di profondo malessere. Le difficoltà assumono certamente una dimensione finanziaria, con risorse sempre più scarse disponibili in bilancio, ma sono dovute anche ad un quadro normativo incerto, confuso e in definitiva restio nel valorizzare compiutamente l’autonomia degli Enti locali. Ne deriva una condizione di crescente difficoltà, sia sul piano programmatico che in fase gestionale, resa ancora più delicata dal ruolo di “gabelliere dello Stato” affidato negli ultimi anni dal Governo centrale ai Comuni, di fatto obbligati ad aumentare in misura significativa le imposte locali senza però essere nelle condizioni di poter offrire maggiori servizi ed investimenti alle comunità di riferimento.
I dati pubblicati scontano un fisiologico ritardo temporale rispetto agli avvenimenti che hanno interessato la finanza comunale. Tuttavia, i numeri riportati - in larga parte riferiti alle principali grandezze di bilancio dell’anno 2012, ma con importanti inserti sul 2013 - confermano le riflessioni sopra brevemente esposte. Esclusi alcuni fattori intervenuti sul piano contabile e la componente inflazionistica, infatti, negli ultimi anni il trend della spesa corrente comunale evidenzia una crescita pressoché nulla, accompagnata da una drastica contrazione degli investimenti, soprattutto a causa dei vincoli sempre più stringenti imposti dal Patto di Stabilità Interno.
Tutto ciò a fronte di un significativo aumento delle entrate proprie, dovuto principalmente al passaggio dall’ICI all’IMU e alla contestuale riduzione dei trasferimenti erariali, che non si associa alla realizzazione di quei principi
di autonomia e responsabilità fiscale di cui la Legge delega per il federalismo fiscale è stata portatrice nel non lontano 2009.
Le modifiche strutturali hanno investito la finanza comunale, tramutandosi essenzialmente in un forte ridimensionamento della capacità di spesa a fronte di una maggiore pressione fiscale a livello locale e consentendo di cogliere con maggiore consapevolezza il forte contributo assicurato negli ultimi anni dai Comuni al risanamento dei conti pubblici. Ne sono indiscutibili conferme, oltre all’ammontare della manovra complessivamente posta a carico del comparto comunale (oltre 16 miliardi di euro nel periodo che va dal 2007 al 2014, di cui quasi 9 miliardi per effetto del Patto e oltre 7 miliardi di taglio ai trasferimenti erariali), i dati ISTAT sull’indebitamento netto e il saldo primario dei Comuni, che nel 2012 presentano valori positivi rispettivamente pari a 1,7 miliardi e 3,5 miliardi, evidenziando su entrambi i fronti un significativo percorso di responsabilizzazione finanziaria dell’intero comparto.
Il volume fornisce, quindi, un ausilio pratico e di immediato impatto in favore di chi, a vario titolo, manifesta interesse nei confronti della materia e ne comprende il rilievo per il rilancio del sistema Paese.