In ogni caso, esaurita la fase delle promesse e dei confronti che ha caratterizzato la campagna elettorale,è bene chei nuovi sindaci si spostino subito sul piano meno frizzante ma più concreto dei bilanci: per chi è al primo mandato, un corso intensivo di contabilità è indispensabile perché i Comuni sono alle prese con l'applicazione di una riforma complessiva dei bilanci ALTRO PASSAGGIO CRUCIALE che entra in tutti gli aspetti della gestione locale. I grandi classici dell'insediamento e della convocazione, entro 10 giorni dalla proclamazione degli eletti e del primo consiglio comunale in cui presentare squadra e programma sono infatti solo un aspetto dell'agenda per le settimane di avvio della vita da sindaco. Il primo nodo operativo è invece rappresentato dalla verifica straordinaria di cassa, da condurre insieme al predecessore e con segretario, ragioniere capo e revisore dei conti per testare la condizione effettiva della liquidità dell'ente. Anche su questo terreno la riforma della contabilità incide parecchio, perché avvicina l'impianto dei bilanci alla situazione reale della cassa, tagliando la distanza con la «competenza» (cioè in pratica il quadro di entrate e uscite previste anche se non realizzate) che in passato in molti enti locali ha permesso di finanziare spese reali con entrate che invece esistevano solo sulla carta. In questo quadro, insomma, è la cassa a offrire le indicazioni più importanti per ca pire gli spazi di manovra reali per l'amministrazione, e le contromisure da mettere in campo subito se il termometro (a partire dalle anticipazioni di liquidità chieste al Tesoro) segna febbre. Giusto il tempo di prendere confidenza con i numeri, e per gli amministratori locali usciti vittoriosi dal voto di ieri sarà subito tempo di mettersi all'opera sull'altro passaggio cruciale della gestione contabile, rappresentato dalla verifica degli equilibri e dall'assestamento del bilancio 20162018. La scadenzaè il 31 luglio ma il lavoro per dirigenti e amministratori non è semplice, tanto più che entro lo stesso giorno vanno completati altri due passaggi: il «riconoscimen to» dei debiti fuori bilancio, cioè delle spese che possono essere state prodotte da sentenze esecutive, espropri o altri eventi imprevedibili. Il 31 luglio, poi, va approvato il «documento unico di programmazione», che nelle intenzioni della riforma avrebbe dovuto rappresentare l'equivalente comunale del Def con cui i governi tracciano le direttrici del proprio programma economico: un terreno perfetto peri nuovi sindaci, perso però finora in un dedalo di burocrazia che rischiano di svuotarlo di efficacia reale. Su tasse e tariffe, invece, per il momento c'è poco da fare. Rinunciando a una tradizione decennale, infatti, quest'anno il go G.Tr. © RIPRODUZIONE RISERVATA verno ha evitato di concedere proroghe aggiuntive a quella che aveva già spostato al 30 aprile i termini per chiudere i preventivi dei Comuni, quindi i giochi per quest'anno sono fatti. Sull'Imu e su quel che resta della Tasi, poi, è invece troppo presto per guardare all'anno prossimo: l'abolizione dell'imposta su abitazioni principali e terreni agricoli è stata accompagnata quest'anno da un assegno statale compensativo per i Comuni, e la manovra d'autunno dovrà decidere come superare questa situazione inevitabilmente transitoria. Prima dell'ennesima riforma della fiscalità locale, sempre riesca a farsi strada nell'agenda già fitta della nuova legge di bilancio, sindaci vecchi e nuovi avranno poco spazio per lasciare davvero il segno.I COMPITI