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Bilanci locali, incognite è  gogo- Italia oggi

  • 08 Gen, 2016
Pubblicato in: Contabilità e Bilancio
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Incognite è  gogo per i bilanci degli enti locali.

Anche per il 2016, la legge di Stabilità  e il decreto Milleproroghe non definiscono in modo compiuto il quadro entro il quale comuni, province e città metropolitane sono chiamati a costruire i preventivi. Quasi inevitabile, quindi, il solito valzer di proroghe della scadenza, al momento giè  rinviata al prossimo 31 marzo. Il primo e maggiore dubbio riguarda la portata dei vincoli di finanza pubblica, che da quest'anno riguardano anche i comuni con meno di 1.000 abitanti. La legge 208/2015 ha cancellato il Patto e introdotto la regola del pareggio finale di sola competenza, ma rimane irrisolta la questione circa la rilevanza della legge 243/2012, che oltre a imporre il pareggio corrente, vincola pure la cassa. Per i comuni,  è  stato in gran parte modificato il quadro delle entrate, con un impatto sulle singole amministrazioni ancora tutto da chiarire. Le novità  in materia di tributi hanno un duplice impatto: da un lato, gli enti perdono la possibilitè  di manovrare la leva fiscale, sia aumentando le aliquote che adottando qualsiasi altro provvedimento da cui possa derivare un aumento del prelievo. Secondo quanto chiarito negli anni passati dalla giurisprudenza contabile (cfr per esempio Corte conti, Lombardia, parere n. 74/2008) con argomentazioni che paiono tuttora valide, il divieto si applica anche nel caso di istituzione di nuovi tributi. Sono vietati anche gli aumenti indiretti, ossia derivanti dall'eliminazione o attenuazione di agevolazioni giè  concesse in precedenza. Sono esclusi dal blocco gli enti in dissesto e pre dissesto, la Tari e le tariffe di natura patrimoniale (come il Cosap), mentre rientra il Cimp. I comuni potranno mantenere (con espressa deliberazione) la maggiorazione Tasi dello 0,8 per mille ove deliberata entro il 30 settembre 2015. Dall'altro lato, vi sarà  una perdita di gettito derivante dalle misure di detassazione introdotte a favore di abitazioni principali, terreni e immobili perdutivi. In sostanza, occorrerè  abbassare le previsioni relative a Imu e, soprattutto Tasi, compensando le minori entrate a valere sul fondo di solidarietà . Ma sul quantum l'incertezza regna sovrana. Come giè  accaduto in passato, infatti, questo dare-avere potrebbe non essere perfettamente neutrale per i singoli enti. Le somme stanziate dalla legge di Stabilità  per ristorare i comuni dei mancati introiti fiscali ammontano a circa 3,8 miliardi, molto meno di quanto richiesto dall'Anci (5 miliardi). In questa prospettiva, emerge un'altra criticitè   è  legata alla tempistica: difficilmente la distribuzione del fondo sarà  completata prima dell'estate. Anche questa purtroppo non  è  una novità : giè  negli anni passati, infatti, abbiamo dovuto fronteggiare ampi ritardi. Basti pensare che, nel 2015, il dpcm di riparto  è  stato firmato solo il 10 settembre (anche se le cifre sono state rese note qualche settimana prima), mentre secondo la tabella di marcia prevista legislativamente il provvedimento avrebbe dovuto perfezionarsi entro il 31 dicembre dell'anno precedente o al massimo nei 15 giorni successivi. Nel 2016, tale scadenza  è  addirittura posticipata al 30 aprile (mentre dal 2017 dovrebbe stabilizzarsi al 30 novembre dell'anno precedente). Problematica  è  anche la possibilitè  di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per finanziare spese correnti, ammessa dalla manovra ma esclusa dalle nuove norme contabili. Ancora più complessa la situazione degli enti di area vasta, per i quali anche quello appena iniziato sarà  un anno di assoluta emergenza.

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