MILANO
Prima il blocco dei pagamenti, poi il crollo tout court degli investimenti comunali.
È il doppio effetto del Patto di stabilità sui conti dei Comuni che, secondo un'indagine Ifel che sarà presentata oggi nel primo dei due giorni del Convegno nazionale di Frascati (Roma) sui conti locali blocca oggi nei bilanci dei sindaci 11 miliardi di euro. Si tratta dei «residui passivi», cioè delle risorse che sarebbero disponibili ai Comuni per i pagamenti delle spese di investimento (opere pubbliche in primis) ma che non possono uscire dalle casse per non sforare il Patto di stabilità: il 40% abbondante di questi fondi si concentra nei Comuni di Lombardia (3,1 miliardi) e Veneto (1,3 miliardi), ma anche nelle regioni meridionali, dove il tessuto imprenditoriale è più rarefatto ma spesso anche più dipendente dal committente pubblico, sono 2,8 i miliardi costretti a dormire in cassa.
La montagna delle risorse congelate, che blocca la liquidità delle imprese nei settori più attivi con la Pubblica amministrazione come quello delle costruzioni, continua inoltre a essere alimentata perché, sempre secondo l'indagine dell'Istituto per la finanza e l'economia locale dell'Anci, gli impegni di spesa in conto capitale superano in media dell'8% le capacità lasciate alla cassa dal Patto di stabilità.