Nell’ambito del protocollo di intesa finalizzato all’implementazione e allo sviluppo di azioni a supporto dei Comuni per favorire, stimolare e facilitare l’identificazione e l’implementazione di misure per la riduzione degli sprechi alimentari, ANCI e Ministero della Transizione Ecologica, in collaborazione con IFEL, organizzano un ciclo di 6 webinar rivolto agli insegnanti, ai dirigenti scolastici e ai funzionari comunalisul tema della prevenzione degli sprechi alimentari all’interno delle scuole.
Nel primo webinar, viene inquadrato il tema dello spreco alimentare e le sue implicazioni di carattere ambientale, economico e sociale. Al di là delle possibili considerazioni di carattere etico, infatti, il tema dello spreco alimentare si colloca a pieno titolo nell’ambito del vasto dibattito sulla “transizione ecologica”, e sulla (in-)sostenibilità dei modelli prevalenti di produzione e consumo. Dai cambiamenti climatici, alla riduzione della disponibilità idrica, dalla deforestazione alla perdita di biodiversità, lo spreco alimentare contribuisce infatti in maniera rilevante alle principali criticità ambientali che siamo chiamati ad affrontare nel presente e nell’immediato futuro.
Secondo un approccio sistemico lo “spreco” è un indice di disfunzionalità dei processi alimentari che eccedono i fabbisogni raccomandati e le capacità ecologiche. Lo spreco alimentare è usualmente associato ai rifiuti generati per perdita di prodotti dalla produzione fino al consumo. Vanno però considerate anche altre forme meno ovvie di spreco nell’intero sistema alimentare, come le perdite nette insite nell’alimentazione di allevamenti con prodotti edibili, la sovralimentazione oltre i fabbisogni, la perdita di nutrienti, gli usi non alimentari di prodotti edibili (es: biocombustibili), le perdite prima dei raccolti.Così valutato, lo spreco si rivela nelle sue reali dimensioni enormi.
La gigantesca impronta ecologica che vi si collega deriva soprattutto dalle fasi di produzione del cibo più che dallo smaltimento dei rifiuti alimentari. La principale causa primaria di spreco è la sovrapproduzione agroindustriale che genera anche squilibri distributivi e vulnerabilità. I livelli di spreco sono caratteristici di ogni struttura alimentare. Confrontando strutture diverse emerge che in filiere corte, regionali e biologiche (vendita diretta in azienda o a domicilio, mercati e negozi degli agricoltori, ...) gli sprechi prodotti sono minori rispetto a quelli dei sistemi convenzionali. Nelle reti locali di innovazione agroecologica e della società civile (gruppi di acquisto solidale, agricolture supportate da comunità, ...) gli sprechi vengono ancor più fortemente prevenuti. Per ripristinare condizioni ambientali di stabilità e resilienza, gli sprechi sistemici vanno fortemente ridotti con trasformazioni strutturali. I livelli di spreco sono caratteristici di ogni struttura alimentare.
Confrontando strutture diverse emerge che in filiere corte, regionali e biologiche (vendita diretta in azienda o a domicilio, mercati e negozi degli agricoltori, ...) gli sprechi prodotti sono minori rispetto a quelli dei sistemi convenzionali. Nelle reti locali di innovazione agroecologica e della società civile (gruppi di acquisto solidale, agricolture supportate da comunità, ...) gli sprechi vengono ancor più fortemente prevenuti. Per ripristinare condizioni ambientali di stabilità e resilienza, gli sprechi sistemici vanno fortemente ridotti con trasformazioni strutturali.
Relatori Claudia Giordano - Dipartimento di scienze e tecnologie agroalimentari (DISTAL), UNIBO
Giulio Vulcano - Ricercatore presso l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)