Poco più della metà dei dipendenti comunali a tempo indeterminato, il 56,3%,è in possesso di un titolo di studio di scuola superiore. Il 24,5% ha terminato la scuola dell’obbligo, il 15,8% ha una laurea e il 2,0% una laurea breve (Tabella 1).
Tabella 1 Il Titolo di studio dei dipendenti a tempo indeterminato, per genere, 2014
In generale, in corrispondenza dei titoli di studio “più avanzati” si riscontrano le percentuali più elevate di dipendenti comunali a tempo indeterminato di genere femminile: ad esempio tra i dipendenti con laurea breve, laurea, dottorato e altri titoli post laurea, le donne sono rispettivamente il 70,8%, il 63,9%, il 65,7% ed il 69,1%. Al contrario l’incidenza percentuale delle donne si riduce al 37,3% tra chi ha terminato la propria formazione con la scuola dell’obbligo.
Tabella 2 Il Titolo di studio dei dipendenti a tempo indeterminato, per classe demografica, 2014
Analizzando il titolo di studio dei dipendenti comunali nelle differenti classi dimensionali comunali, si può rilevare che per tutte le taglie di ampiezza demografica oltre la metà dei dipendenti a tempo indeterminato ha conseguito al massimo il diploma di scuola superiore (Tabella 2). È nelle amministrazioni più piccole, con meno di 10.000 residenti, e in quelle con più di 250.000 abitanti, che, in relazione a questo titolo, si rilevano valori superiori al dato medio (56,3%).
Nelle realtà comunali con meno di 10.000 residenti e in quelle con una popolazione compresa tra i 20.000 e i 59.999 abitanti, si rilevano valori superiori al dato medio (24,5%) in relazione alla scuola dell’obbligo.
La laurea è maggiormente diffusa tra i dipendenti dei comuni che hanno un numero di abitanti compreso tra i 5.000 ed i 249.999, con valori più alti della media nazionale (15,8%). Al contrario, nei comuni con meno di 2.000 residenti, l’incidenza dei dipendenti comunali a tempo indeterminato laureati assume il valore minimo, pari al 10,4%.
La laurea breve è un titolo di studio generalmente poco diffuso, più presente tra i dipendenti dei comuni con popolazione superiore a 250.000 residenti (3,0%).