Nell’ambito delle caratteristiche degli assetti lavorativi, una prima informazione disponibile attiene ai giorni non lavorati per motivo di assenza. Le Tabelle 1 e 2 riepilogano le risultanze per le annualità 2014, ultimo anno disponibile, e il 2008. I giorni, espressi in valori annui pro capite, vengono suddivisi per motivazione e per genere e attengono il solo personale non dirigente. È presente altresì nella tavola la distinzione per categorie economiche e l’indicazione delle giornate di formazione.
Tabella 1 Giorni non lavorati dal personale comunale non dirigente (valori pro capite), per motivo di assenza, 2008
Emerge che nel 2014, in complesso, per il personale non dirigente i giorni non lavorati ammontano a poco meno di 50 pro capite annui, con un differenziale di circa 6 unità fra uomini e donne, a favore di quest’ultime, in larga misura riconducibile alle assenze per congedo parentale e maternità. Questa naturale divaricazione spinge a ricordare come la sola osservazione di dati forniti in forma aggregata possa essere fuorviante in queste analisi, in quanto il dato complessivo può sensibilmente risentire di diverse composizioni per genere.
Premesso ciò, la motivazione principale delle giornate non lavorate si riferisce alle ferie, che concorrono per poco meno di 30 giornate, con intensità analoga fra generi ed anche lungo le quattro categorie di inquadramento. Come seconda motivazione appare quella per malattia. Emerge qui una regolarità che caratterizza quasi sempre questa statistica. All’innalzarsi dell’inquadramento, da A verso D, le assenze per malattia tendono a diminuire da 13,8 giorni sino a poco più di 6,8. Qualcosa di simile avviene anche per le “altre assenze”.
Rispetto al 2008, si osserva poi, a fronte di un lieve aumento dei giorni non lavorati (48,2 nel 2008 e 49,2 nel 2014) principalmente ascrivibile alle ferie, una riduzione delle giornate di malattia, che passano da 10,3 a 9,4.
Questo dato risulta di particolare interesse se letto in relazione ai provvedimenti legislativi varati negli ultimi anni in materia di assenze. A partire dal 2008 si è riacceso infatti un vivace dibattito sul tema dell’assenteismo che ha avuto una prima manifestazione - nel giugno dello stesso anno - con il decreto legge 112 (convertito con modificazioni dalla L. 133/2008), provvedimento che ha cercato di segnare una netta cesura rispetto alla precedente normativa. Questo cambio di passo si è manifestato da un lato attraverso il riconoscimento nei primi dieci giorni di assenza per malattia del solo trattamento economico fondamentale (con esclusione quindi di ogni altra indennità o trattamento economico accessorio), e dall’altro attraverso l’inasprimento delle fasce di reperibilità per i controlli da parte delle strutture sanitarie competenti .
A riguardo, i dati comunali 2014 si confrontano quindi con un’annualità già assestata al nuovo regime, in quanto il 2008 dovrebbe già scontare un’effettiva riduzione dei giorni di assenza, riflettendo con molta probabilità l’effetto dei primi mesi di applicazione della nuova normativa.
Ritornando poi alle evidenze empiriche presentate nelle tavole, un ultimo aspetto attiene le giornate di formazione, per le quali si osserva invece una riduzione, da circa una giornata e mezzo nel 2008 a poco meno di una giornata nel 2014. Questo in parte spiegabile con la stretta sulle spese di formazione, prevista dal D.L. 78/2010, che fissa tale tipologia di spesa al 50% del valore sostenuto nel 2009.
Tabella 2 Giorni non lavorati dal personale comunale non dirigente (valori pro capite), per motivo di assenza, 2014
Una volta individuate le principali componenti delle giornate di assenza, un’altra modalità di analisi del fenomeno è rappresentata dei tassi di assenteismo, più comunemente detti tassi di gravità. È consuetudine infatti rapportare le giornate non lavorate (depurate dalla ferie) ai giorni lavorabili in un anno.
La Tabella 3 presenta il risultato di tale indicatore nelle due annualità di riferimento, confrontando i tassi di gravità non solo sul dato aggregato, ma per ciascuna delle principali motivazioni.
Emerge una sostanziale stabilità del tasso di gravità complessivo, con i valori 2014 praticamente analoghi a quelli osservati sul 2008, e con una parziale ricomposizione delle motivazioni: nel 2014 si evidenzia infatti, rispetto al 2008, un maggior contributo dei congedi parentali e delle altre assenze, controbilanciato da un più basso contributo della malattia.
Tabella 3 Tassi di gravità del personale non dirigente, per motivo di assenza, 2008/2014