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Da martedì al via la fatturazione elettronica nella Pa Orlandi: i dati esclusi dagli accertamenti- Sole 24ore

  • 27 Mar, 2015
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Pronti a gestire dal 31 marzo prossimo oltre 50 milioni di fatture elettroniche.

E dal 1° aprile semplificazione in arrivo per i crediti della Pa: i fornitori/creditori non saranno più obbligati a indicare nella Piattaforma di certificazione dei crediti tutti i dati del credito vantato nei confronti della Pa. L'altra buona notizia per le imprese è che per la prima volta un adempimento che coinvolgerà almeno 35mila amministrazioni pubbliche e non meno di 2 milioni di fornitori dello Stato (centrale e locale) «non ha avuto bisogno di alcuna proroga». Un punto di arrivo importante per lo sviluppo tecnologico del sistema Paese sottolineato ieri dal presidente della Commissione di vigilanza sull'Anagrafe tributaria, Giacomo Portas (Pd), nel presentare alla Camera con le Entrate, la Sogei, la Ragioneria dello Stato e l'Agenzia per l'Italia digitale il potenziamento della fatturazione elettronica e la scadenza del 31 marzo prossimo. Da martedì prossimo, infatti, «chi lavora con tutta la pubblica amministrazione dirà definitivamente addio alla carta», ha sottolineato Portas.

Per la direttrice dell'agenzia delle Entrate Rossella Orlandi, l'appuntamento di fine mese rappresenta «la prima, importantissima, tappa di un progetto ambizioso. Aumentare la trasparenza, velocizzare i pagamenti della Pa e fornire un nuovo impulso al processo di modernizzazione delle imprese italiane che porterà evidenti risparmi per i cittadini». Con l'obbligo della fatturazione elettronica per tutti gli enti locali e le Asl, il Sistema di interscambio (Sdi) è stato potenziato e, ha sottolineato la direttrice, «è pronto a gestire un flusso di 50 milioni di fatture l'anno». Lo strumento, poi, è sempre più familiare ai fornitori dello Stato: «Dal 6 giugno 2014 al 18 marzo 2015 lo Sdi ha ricevuto e correttamente gestito più di 3 milioni di file fattura». E senza troppe criticità: «La percentuale di scarto, dice con soddisfazione la Orlandi, si sta già riducendo dal 17,8% dei primi mesi al 15%, per altro quasi sempre con errori "marginali"».

Lo Sdi ora non è utilizzato ai fini dell'accertamento. Come ha precisato la Orlandi la piattaforma ha consentito di valutare e analizzare l'andamento dell'Iva soprattutto nei confronti della Pa (si pensi alla recente norma sullo split payment). Ma non è escluso in futuro che la piattaforma , soprattutto con l'arrivo della e-fattura tra privati, possa diventare un'arma in più nella lotta alle frodi e all'evasione fiscale.

Sui risparmi che potrà garantire a regime la fatturazione elettronica, Orlandi si limita a indicare «alcuni miliardi». A quantificarli ci prova Portas che, rifacendosi a uno studio del Politecnico di Torino, stima i risparmi per la collettività «tra 1,7 e 2 miliardi di euro». Per Maria Laura Prislei, responsabile informatica della Ragioneria, ciò che comunque è possibile stimare e monitorare con l'acquisizione di informazioni strutturate e standardizzate, è la spesa e il suo impatto sulla finanza pubblica. La fattura elettronica come supporto «al processo di revisione della spesa». Non solo.

Con l'estensione a tutte le amministrazioni statali e locali della fattura elettronica si velocizzeranno anche i pagamenti della Pa. «Dal 1° aprile prossimo, ha spiegato la Prislei, i fornitori della Pa non saranno più obbligati a comunicare tutti i dati dei loro crediti alla piattaforma per la certificazione dei crediti (Pcc) vantati dalle imprese. Le due piattaforme Sdi e Pcc infatti dialogano tra loro e ciascun interlocutore avrà accesso al sistema per i dati di proprio interesse». Insomma potrebbe essere sufficiente andare direttamente in banca con il proprio credito.

Tutto questo grazie al lavoro della Sogei. Come ha ricordato Cristiano Cannarsa, presidente e ad del partner informatico e tecnologico dello Stato, «la progettazione, lo sviluppo e la conduzione dello Sdi compete alla Sogei». Cannarsa ha sottolineato che lo Sdi è un sistema multiservizi in grado di gestire, oltre alla trasmissione delle fatture, l'identificazione e l'accreditamento al sistema con tanto di controllo preventivo della fattura, nonché il flusso delle proprie fatture emesse, trasmesse o ricevute. Con l'estensione del sistema a tutta la Pa «passeremo - ha confermato Cannarsa - da 8 milioni a 50 milioni di fatture l'anno». Quando poi la fatturazione elettronica coinvolgerà il B2B si passerà da «50 milioni a 2 miliardi di fatture annue».

Per Alessandra Poggiani, direttrice dell'Agenzia per l'Italia digitale, la fatturazione elettronica produrrà una spinta all'ammodernamento di tutti i sistemi gestionali, soprattutto dei piccoli. Sui costi per la conservazione delle fatture elettroniche che potrebbero gravare sulle piccole amministrazioni locali, la stessa Poggiani scommette su una riduzione della spesa con risparmi certi sull'approvvigionamento della carta e sulle locazioni di spazi idonei alla conservazione delle fatture cartacee. Per ovviare a ulteriori problemi sulla conservazione dei "bit" la Poggiani ha ricordato che è stato istituito l'albo dei conservatori .

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