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Enti, pagamenti fuori dal Patto- Italia oggi

  • 02 Mar, 2015
Pubblicato in: Pagamenti
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Ultimo giorno a disposizione di regioni ed enti locali per richiedere al Mef l'esclusione dal Patto dei pagamenti relativi ai debiti commerciali ancora non saldati.

Le richieste, infatti, devono essere trasmesse entro il 28 febbraio attraverso la Piattaforma elettronica per la certi? cazione dei crediti. Sul piatto ci sono in tutto 100 milioni di euro, di cui 40 milioni messi a disposizione di comuni e province dall'articolo 4, comma 5, del dl 133/2014 e 60 milioni riservati ai governatori dall'art. 1, comma 466 della l 1902014. Deve trattarsi di debiti in conto capitale rientranti in una delle seguenti tipologie: a) certi, liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2013; b) per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il 31 dicembre 2013; c) riconosciuti alla data del 31 dicembre 2013 ovvero che presentavano i requisiti per il riconoscimento di legittimità entro la medesima data. Dopo aver effettuato l'autenticazione alla pcc, raggiungibile al sito http://certi? cazionecrediti.mef.gov.it, la funzione è disponibile sotto il menù «Ricognizione debiti-Richiesta Spazi Finanziari 2015». Per i debiti maturati in data successiva, invece, la prossima ? nestra si aprirà ad aprile grazie al Patto regionale verticale incentivato, riproposto anche per il 2015 dalla legge 190. La misura vale ? no a 1.200 milioni di maggiori pagamenti da parte di comuni, province e città metropolitane, che dovranno riguardare debiti commerciali di parte capitale maturati alla data del 30 giugno 2014. Gli enti locali avranno tempo ? no al 15 aprile per comunicare alle regioni, con le modalità da queste stabilite, gli spazi ? nanziari di cui necessitano. Non è più rilevante, quindi, la scadenza del 1° marzo prevista dall'art. 1, comma 140, della legge 220/2010 (si veda anche il comma 479 della medesima legge 190). Entro il termine perentorio del 30 aprile, quindi,i governatori dovranno de? nire il riparto assegnando il 75% degli spazi disponibili a favore dei comuni e il restante 25% a favore di province e città metropolitane (non è più prevista, invece, la riserva del 50% a favore dei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, né l'applicazione del c.d. Patto verticale nazionale).

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