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Pagamenti Pa, censiti i ritardi- Sole 24ore

  • 18 Nov, 2014
Pubblicato in: Pagamenti
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Entrano a regime le sanzioni che bloccano assunzioni e rinnovi dei contratti nelle Pubbliche amministrazioni che impiegano troppo tempo a pagare i fornitori.

Nel calcolo dei tempi medi di pagamento entrano in gioco anche i valori delle fatture, e non solo i giorni impiegati per onorare ciascuna delle transazioni.

A fissare le nuove regole è un decreto di Palazzo Chigi pubblicato in «Gazzetta Ufficiale» venerdì scorso, che attua le previsioni del decreto Irpef e fissa le modalità di calcolo dell'«indicatore di tempestività dei pagamenti».

Proprio da qui bisogna partire per capire termini e conseguenze del problema, che riguarda tutte le Pubbliche amministrazioni centrali e locali. Il decreto di aprile sul «bonus Irpef» da 80 euro (Dl 66/2014) conteneva anche un ricco capitolo di norme sulla finanza pubblica, tra cui appunto la fissazione delle modalità di calcolo dei tempi medi di pagamento da parte degli enti pubblici. In questo modo, sarebbe stato possibile attuare la regola del decreto trasparenza del 2013 (articolo 41 del Dlgs 33/2013, attuativo della legge Severino nel capitolo dedicato alla trasparenza) che blocca le assunzioni nelle amministrazioni troppo lente ad onorare i propri debiti.

Questa complessa trafila applicativa è rimasta per ora sostanzialmente bloccata dall'assenza di criteri uniformi per calcolare l'indicatore sui tempi di pagamento. Dal momento che ogni amministrazione ha prodotto per il momento conteggi fai- da-te, sarebbe stato difficile far scattare davvero lo stop alle assunzioni negli enti ritardatari.

Il Dpcm pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» colma questo vuoto e permette di attuare davvero la norma a partire dal 1° gennaio, qundo peraltro scenderanno da 90 a 60 i giorni di ritardo che portano al blocco del turn over.

Per definire l'indicatore, che andrà aggiornato ogni tre mesi, bisogna moltiplicare la somma dovuta per il numero di giorni di ritardo, cioè dei giorni che separano la data di scadenza indicata in fattura da quella del pagamento effettivo (festivi compresi), e rapportare il tutto agli importi complessivi versati dall'ente nel periodo per le transazioni commerciali. In questo modo, ogni fattura peserà sull'indicatore in misura proporzionale al proprio importo, con un meccanismo che non permetterà all'ente di migliorare in modo "furbo"il proprio dato pagando più in fretta le fatture di valore più basso: con il meccanismo proporzionale, chi non ha cassa per pagare i debiti che contano rischia di incappare nel blocco.

Il provvedimento definisce anche gli obblighi di pubblicazione nella sezione «amministrazione trasparente» del sito istituzionale dell'ente, obblighi che riguardano anche i dati generali su entrate e spese chiesti sempre dal decreto anti-corruzione.

La pubblicazione, naturalmente, dovrebbe anche aiutare i controlli e quindi l'effettivo stop alle assunzioni (e ad alcuni sconti sul Patto di stabilità per gli enti locali) nelle amministrazioni che si rivelano cattivi pagatori.

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