Da ieri e fino al 15 settembre Comuni e Province potranno fare richiesta di anticipazioni di liquidità per saldare le fatture dei fornitori accedendo alla fetta più grossa - 3 miliardi - della tranche da 6 miliardi che è stata sbloccata dal decreto ministeriale del 15 luglio 2014 in attuazione del Dl Irpef di aprile scorso voluto dal premier Renzi. Il decreto assegna infatti altri 2,2 miliardi a Regioni e Province autonome per estinguere debiti diversi da quelli finanziari e sanitari e 800 milioni per pagamenti degli enti del Ssn. Fondi questi che arriveranno a destinazione a breve e a cui si aggiungono altri 2 miliardi per le società partecipate dagli enti locali e 550 milioni per i debiti dei ministeri per per una dote complessiva di 8,8 miliardi di anticipazioni di liquidità previsti dal Dl Irpef.
I tre miliardi per gli enti locali, sbloccati ieri con un provvedimento del direttore generale del Tesoro, serviranno a pagare debiti certi, liquidi ed esigibili maturati al 31 dicembre 2013, ovvero debiti per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il predetto termine, oppure anche debiti fuori bilancio che presentavano i requisiti per il riconoscimento alla fine dello scorso anno. Il provvedimento fissa in particolare criteri e modalità di accesso e lo schema di contratto tipo di anticipazione. Per gli enti locali sarà possibile scaricare domanda di anticipazione, schema di contratto tipo e schema certificazione pagamento debiti sul sito web apposito (debitipa.mef.gov.it).
Va ricordato che il decreto ministeriale di metà luglio che ha sbloccato la tranche da 6 miliardi prevede che la ripartizione potrà essere modificata, sulla base delle richieste di accesso alle tre sezioni avanzate dagli enti territoriali interessati (in questo caso occorrerà un ulteriore decreto attuativo). Con la misura varata ieri dall'Economia si aggiunge un altro tassello al complesso puzzle del piano pagamenti dei debiti Pa. Il cui motore nelle ultime settimane ha cominciato a girare più velocemente grazie all'approvazione di una serie di misure da parte del Governo. Un'accelerata che però potrebbe non bastare per rispettare i tempi della tabella di marcia indicata dal premier Renzi che ha promesso di pagare il monte debiti di 60 miliardi della Pa entro il 21 settembre, giorno di San Matteo. Un'impresa difficile se non impossibile visto che a due mesi da quella data - risale al 21 luglio l'ultimo monitoraggio del ministero dell'Economia - risultano pagati ai creditori 26,1 miliardi di euro.
Tra le ultime iniziative vanno comunque segnalate oltre al protocollo siglato al Mef il 21 luglio da tutti gli attori in campo (Abi, Cdp, Anci, Regioni, Confindustria, Rete Imprese, Ance, commercialisti) per far marciare a pieno ritmo la macchina sblocca debiti Pa anche l'operatività dallo scorso 5 agosto - dopo la firma di una convenzione con l'Abi - del plafond di 10 miliardi di Cassa depositi e prestiti. Un passaggio, questo, che apre la porta all'operazione di cessione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione. Cassa potrà acquisire dalle banche e dagli intermediari finanziari i crediti scontati dalle imprese, ridefinendo poi in favore della Pa termini e condizioni di pagamento dei relativi debiti.