Dal consiglio dei ministri del 12 marzo a oggi la scadenza per pagare tutti i debiti della Pa è già slittata di tre mesi. «Entro luglio» aveva assicurato il premier nel Cdm che delineò le misure per lo sblocco «totale» degli arretrati.«Entro San Matteo, ovvero il 21 settembre» fu la nuova versione, a distanza di 24 ore, nel corso di una puntata di "Porta a Porta", con tanto di sfida a Bruno Vespa: «Se per quel giorno noi abbiamo sbloccato i pagamenti lei va a Monte Senario a piedi da Firenze».Nel testo di ingresso al consiglio dei ministri si scivola invece ancora un po' in avanti. Si preannunciano risorse per ulteriori 13 miliardi da aggiungere ai 47 già stanziati, ma la casella sui tempi indica «ottobre 2014». C'è da considerare, del resto, che il piano presentato un mese fa, con il meccanismo di anticipazione dei crediti attraverso banche e Cassa depositi e prestiti, è al momento ancora solo un disegno di legge che nel Def si precisa essere «in corso di presentazione alle Camere». La corsa contro il tempo, insomma, sembra già iniziata. Possibile tuttavia immaginare due corsie: una per i debiti di parte corrente, che saranno pagati più rapidamente, l'altra per i debiti di parte capitale che, incidendo anche sul deficit, potrebbero richiedere più tempo per mettere a punto meccanismi di allentamento dei vincoli del Patto di stabilità interno.