Non si può negare che il Governo italiano si sia impegnato molto, anche con discreti risultati sulla parte che ha messo sotto i riflettori: soprattutto una quota (consistente ma non totale) del debito pregresso. Ancora troppe cose, però, non vanno. Due in particolare: bisogna pagare tutto il pregresso mentre c'è una quota che ancora è fuori dall'azione di rimborso del governo; bisogna dare una svolta per il futuro perché a oggi la direttiva europea non viene applicata nonostante il recepimento formale. Peggio, stabiliamo nuovi, incredibili record di ritardi nei pagamenti. Anche su questo fronte, come su quello della riduzione della spesa pubblica, occorre una rivoluzione culturale: uno Stato più snello, più agile di quello attuale deve accettare di trattare alla pari - e non come sudditi - gli operatori che lavorano per lui. Senza eccezioni e senza deroghe.