Peccato che, al di là delle parole, i fatti tardino a farsi avanti. E anzi, molto spesso, proprio non ci siano. Ultima promessa, solo in ordine di tempo, quella del ministero dell'Economia che ha garantito alle imprese che vantano crediti verso la PA, l'anticipo al 2013 di 10 dei 20 miliardi di pagamentidovuti e inizialmente previsti per il 2014. Più che una promessa, verrebbe da dire: un'ottima notizia! Già, a parole di sicuro. Nei fatti, invece, la musica è un'altra. Pur confidando nella buona fede e nella reale volontà del ministro Saccomanni di dare prima del tempo i soldi alle imprese, una cosa lascia stupiti. Come farà il ministero a pagare questi soldi se ancora non è riuscito a dare alle aziende quelli promessi per il 2013? Eppure proprio lo sblocco dei fondi per pagare i debiti nella Padarebbe vita a un circolo positivo in grado di dare fiato al Paese. Ma al di là delle promesse... Già, Saccomanni ha promesso che i soldi dovuti nel 2014 verranno anticipati al 2013 ma di quelli dovuti quest'anno nessuna traccia. 0 meglio, una traccia molto molto limitata. Dei 20 miliardi dovuti, infatti, le imprese creditrici verso la PA se ne sono visti consegnare 7,2. Eppure proprio lo sblocco dei fondi per pagare i debiti nella Padarebbe vita a un circolo positivo in grado di dare fiato al Paese. Le imprese pagherebbero a loro volta i fornitori, qualcuno assumerebbe nuovo personale, nelle casse delle famiglie entrerebbero più soldi e aumenterebbe il commercio con complessivo rilancio del sistema Paese. Per farlo? Alcuni suggeriscono il ricorso a forme di finanziamento da parte del sistema bancario e delle società di factoring, da attivare mediante semplice concessione di garanzia da parte dello Stato, coinvolgendo Cassa depositi e prestiti. Saccomanni non parla. Promette e non spiega come. Promesse che suonano come l'ennesima presa in giro.