Le commissioni Affari Costituzionali e Bilancio di Palazzo Madama hanno approvato alcuni emendamenti della maggioranza che hanno espunto il nuovo adempimento. Si torna dunque al testo originario del governo in tema di responsabilità solidale fiscale degli appalti. È stato accolto anche un ordine del giorno che rinvia la questione alla delega fiscale. I tre emendamenti approvati sono stati presentati da Pdl, Pd e Scelta Civica e assorbono le proposte anche di M5S e Lega. La richiesta di cancellazione, secondo quanto riferito da alcuni senatori, è stata unanime. La norma introdotta alla Camera e duramente criticata dalle imprese, prevedeva che il pagamento delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente dovute dai subappaltatori ai propri tecnici e operai, fosse validato con una apposita documentazione. Il Durt, appunto. Un documento che avrebbe messo l'appaltatore al sicuro, esonerandolo da ogni responsabità solidale con le società cui affida i subappalti. Tutto questo in teoria: nel momento in cui una società capifila non fosse stata il possesso del Durt per tutti i subappaltatori, l'ente o l'amministra zione pubblica committente avrebbe potuto bloccare il pagamento dell'intero lavoro (o dell'intera fornitura). Una pericolosa scappatoia nella gestione finanziaria delle pubbliche amministrazioni che avrebbero così avuto la possibilità di procrastinare all'infinito i pagamenti a un fornitore non in regola con le tasse per i dipendenti. Un modo - come hanno segnalato le associazioni di categoria - per affossare definitivamente un impresa già in difficoltà. Ma come accade ormai di regola quando la politica prova a rimediare ai danni che essa stessa ha prodotto, la cura non garantisce la guarigione competa del malato. Come ha segnalato Enrico Zanetti vicepresidente della Commissione Finanze della Camera e responsabile fisco di Scelta Civica, «il ritorno al testo originario del Governo è solo il minimo sindacale del buon senso. Noi spiega - abbiamo chiesto l'inte grale abrogazione del regime di responsabilità solidale negli appalti per il mancato versamento di Iva e ritenute fiscali, mentre in questo modo permangono adempimenti farraginosi e inutili che mettono pure a rischio la delicata filiera dei pagamenti». In effetti, tutta la normativa sulla responsabilità in solido dell'appaltatore con i subappaltatori permane e rischia di fornire comunque, con o senza Durt, una scusa valida alle pubbliche amministrazioni per chiudere i rubinetti. Ultimi in ordine di tempo a chiedere a governo e Parlamento di cancellare il Documento di regolarità tributaria sono state Confindustria, Rete Imprese Italia e Ance (costruttori). «Complica in maniera inaccettabile la vita delle imprese», aveva spiegato Paolo Buzzetti, presidente dell'Asso ciazione nazionale costruttori edili. Fra le novità introdotte al Senato, torna la possibilità per il committente di assegnare all'appaltatore il 10% del costo dell'opera. Purché questa eventualità sia prevista dal bando pubblico indetto per la sua esecuzione.