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Pagamenti Pa, piattaforma in tilt - Il Sole24 Ore del 1 maggio

  • 02 Mag, 2013
Pubblicato in: Pagamenti
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Troppe richieste, come previsto. Nei giorni scorsi la piattaforma per la certificazione dei debiti pubblici allestita dal ministero dell'Economia è stata inondata dalle istanze di Comuni, Province, Regioni e aziende sanitarie, chiamate ad accreditarsi entro il 29 aprile. «A causa dell'elevato numero di richieste di accreditamento alla Piattaforma -

spiega il ministero in una nota pubblicata sul sito della certificazion(http://certificazionecrediti.mef.gov.it) - l'invio delle credenziali di accesso può richiedere alcuni giorni», perché prima di accendere il semaforo verde occorre controllare i documenti e i dati inseriti nel sistema dalle singole amministrazioni. L'allungamento dei tempi porta con sé un'applicazione "flessibile" delle sanzioni, e in particolare il taglio di 100 euro per ogni giorno di ritardo rispetto al termine del 29 aprile per gli stipendi dei responsabili finanziari e dei direttori amministrativi nelle Asl: per applicare il taglio, spiega infatti il ministero, è rilevante «la data di inizio registrazione», per cui chi ha immesso i propri dati entro il 29 aprile ma non ha ancora ricevuto la password per cominciare a operare sulla piattaforma non dovrebbe avere nulla da temere. Il super-traffico nei dintorni della piattaforma, che nei primi sette mesi di vita ha contato poco più di mille adesioni e in poche settimane ha dovuto ricevere quasi 10mila istanze, è una conseguenza inevitabile dell'obbligo generalizzato di certificazione imposto dal decreto sblocca-pagamenti e dal suo calendario a tappe forzate: in questo quadro diventa altrettanto inevitabile un'applicazione "ragionata" delle sanzioni, anche per evitare di colpire i trattamenti economici di funzionari "incolpevoli", attivi magari in enti che non hanno debiti arretrati da certificare ma sono comunque obbligati all'accreditamento dalla nuova norma. Resta da capire che cosa accadrà negli enti che, dopo l'esame dei documenti da parte del ministero, dovessero ricevere una risposta negativa o una richiesta di integrazione dei dati da parte della struttura ministeriale: occorre chiarire, in pratica, se il salvacondotto vale anche per loro, come parrebbe logico, riservando la tagliola solo a chi ha fatto arrivare la scadenza senza attivarsi per nulla. Alla luce degli obiettivi dichiarati dello sblocca-debiti, che ha fissato un calendario stretto e sanzioni draconiane proprio per riavviare subito la macchina di pagamenti e cessioni, le istruttorie ministeriali sulle domande arrivate dal territorio non potranno essere troppo lunghe, per permettere agli enti di cominciare a registrare e certificare i propri debiti. Sul versante dei pagamenti effettivi, la prima data cruciale è quella di ieri: gli enti che hanno fatto passare la mezzanotte senza inviare all'Economia la richiesta di spazi finanziari da svincolare dal Patto, e alla Cassa depositi e prestiti la domanda per l'anticipazione di liquidità, rischia concretamente di essere del tutto escluso dagli aiuti, perché su questa seconda scadenza i margini di flessibilità sono molto più limitati. Intanto sembrano allungarsi anche i tempi parlamentari per la conversione in legge del decreto, con i correttivi che il lavoro parlamentare deve portare. I due relatori, Giovanni Legnini (Pd) e Maurizio Bernando (Pdl) faranno in questi giorni il punto della situazione, ma vista l'esigenza ovvia di confrontarsi con il nuovo Governo il rinvio dell'approdo del provvedimento in Aula, inizialmente previsto per lunedì prossimo, è quasi scontato.

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