L’Italia è una delle zone più sismiche del Mediterraneo. La gran parte del territorio nazionale è stato, nel corso della storia, interessato da effetti sismici alquanto intensi, soprattutto negli ultimi anni. Fanno eccezione alcune zone delle Alpi centrali e della Pianura Padana, un largo tratto della costa toscana e gran parte della Sardegna e della Puglia. Al contrario, le Alpi orientali, l’Appennino settentrionale, il Gargano, l’Appennino Centro-meridionale, l’Arco calabro e la Sicilia orientale sono le aree, per numerosità e intensità, maggiormente colpite da sismi.
I comuni italiani vengono classificati in quattro classi di rischio in relazione al grado di sismicità: alta, media, bassa e molto bassa . La situazione che ne emerge è piuttosto eterogenea. Il 38,8% dei comuni si trova nella penultima classe, quella con grado di sismicità basso, il restante 28,1% è indicato di grado “molto basso”, il 27,4% ha un grado di sismicità medio e l’8,8% è classificato ad alto grado di sismicità. Anche la distribuzione territoriale è tutt’altro che omogenea. Infatti, tutti i comuni della Calabria risultano a sismicità alta o media; mentre nessun comune della Valle d’Aosta, del Trentino-Alto Adige, della Liguria e della Sardegna appartiene a tali classi. Rischi di sismicità minori si rilevano soprattutto per i comuni delle regioni settentrionali: oltre il 90% delle realtà locali lombarde, così come poco meno dell’85% di quelle venete si trovano nelle due classi a minor rischio sismico. L’eccezione più evidente è costituita dai comuni del Friuli-Venezia Giulia, per il 64,3% in territorio a rischio medio-alto (Tabella 1).
Tabella 1 Il rischio sismico nei comuni italiani, per regione, 2015.
È nei comuni centro meridionali che il rischio di sismicità aumenta fino al più alto grado. Oltre il 90% dei comuni di Basilicata, Marche, Sicilia e Molise presentano un rischio di sismicità medio o alto, sfiora o supera l’80% dei comuni della Campania, dell’Umbria, del Lazio e dell’Abruzzo. L’unica eccezione al sud, oltre ai già ricordati comuni sardi, è rappresentata dalle realtà territoriali pugliesi, solo un quarto delle quali si trova in una zona a media-alta sismicità.
In generale, da un punto di vista cartografico, è nella fascia appenninica centro-meridionale che si rileva il maggiore grado di sismicità e nel dettaglio in Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Basilicata, Sicilia e Calabria sono individuati i comuni a maggior rischio. Nella pianura padana, invece, mediamente, sono localizzati i comuni a minor rischio, così come in buona parte della Toscana, nelle regioni settentrionali, ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia, in Puglia ed in Sardegna (Figura 1).
Figura 1 Il rischio sismico nei comuni italiani, 2015.