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La specializzazione economica - Scheda n.53

  • 18 Lug, 2016
Pubblicato in: Numeri e Territori
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Considerando l’incidenza delle imprese attive in un determinato settore economico in un dato comune rapportata al totale delle imprese attive nel comune stesso, si misura l’indice di specializzazione economica. Un comune può essere definito “specializzato” se tale rapporto risulta maggiore dello stesso rapporto calcolato a livello nazionale.


L’analisi è stata svolta relativamente ai tre settori economici: primario (agricolo), secondario (industriale) e terziario (i servizi). Le realtà comunali italiane, complessivamente, manifestano una vocazione imprenditoriale agricola: il settore primario risulta prevalente nel 59,2% del totale, a seguire il 31,0% del settore secondario e il 9,8% del settore terziario.
Tra i territori locali con vocazione agricola prevalgono quelli umbri (90,2%), seguiti da quelli lucani (90,1%), sardi (88,1%) e molisani (83,8%). Valori elevati si osservano anche nelle realtà locali di molte altre regioni, in particolare in quelle centro-meridionali, dove la percentuale di specializzazione nel settore primario è sempre superiore al valore medio nazionale: unica eccezione è rappresentata dai comuni della Toscana che presentano un valore di specializzazione nel settore agricolo pari al 49,1%.

Gli unici comuni a mostrare, mediamente, una maggiore propensione al settore secondario sono quelli lombardi con il 63,3%. Infine, sebbene il settore dei servizi sia nettamente il meno diffuso nelle amministrazioni italiane, si riscontrano percentuali elevate tra i comuni campani (23,3%), calabresi (16,1%) e siciliani (15,4%). Indici di specializzazione nel settore terziario superiori rispetto al valore medio nazionale, si osservano anche nelle realtà valdostane, liguri, laziali, abruzzesi e pugliesi. Al contrario, i dati più contenuti di tale tasso si rilevano nei comuni umbri (3,3%) e lucani (3,8%), dove, come si è visto, prevale di gran lunga il settore primario.


Dalla rappresentazione cartografica emerge la predominanza della specializzazione agricola, tipica del nostro Paese e diffusa in gran parte del territorio nazionale. I casi di specializzazione industriale, invece, risultano particolarmente concentrati nei comuni delle regioni settentrionali e in alcune realtà di quelle centrali, corrispondenti all’alta Toscana e alle zone di confine tra Lazio ed Abruzzo.

Le aree industriali più estese si osservano nelle realtà locali della Lombardia, del Piemonte, del Veneto e nella parte centrale dell’Emilia-Romagna. Tale specializzazione è quasi del tutto assente nel sud del Paese e nelle isole, dove, all’enorme diffusione del settore primario si sostituisce, in rari casi, la specializzazione nel settore dei servizi. Il terziario risulta particolarmente diffuso lungo le zone costiere del Paese, dove si trovano amministrazioni con numerose attività imprenditoriali legate al turismo, e nelle province dei più grandi centri urbani.

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