A livello medio nazionale, nel periodo 2001-2007, complessivamente, si registra uno scarto medio maggiore (+8.990 euro) rispetto ai 6 anni successivi (+6.741 euro). Nel primo intervallo temporale, il dato rilevato nei comuni delle regioni meridionali risulta essere sempre più basso rispetto al valore medio, mentre appare piuttosto eterogenea la situazione delle realtà comunali centro-settentrionali: quelle piemontesi, valdostane, liguri, umbre e laziali hanno, in media, uno scarto inferiore, mentre le restanti realtà presentano valori superiori.
Nei sei anni successivi l'incremento degli impieghi bancari pro capite, invece, cresce a ritmi meno sostenuti sia nei territori comunali del centro-nord sia in quelli del sud. Le uniche realtà che dal 2007 al 2013 presentano uno scarto superiore rispetto a quello dei sei anni precedenti sono localizzate in Lombardia (+3.716 euro) e in Liguria (+2.401 euro).
Inoltre, nel periodo in questione, se si escludono le realtà lombarde che presentano un valore nettamente superiore rispetto alla media nazionale, gli unici comuni che superano la media del Paese sono quelli localizzati in Veneto, Toscana, Liguria e Trentino-Alto Adige.
Passando ad analizzare gli scarti complessivi nei 12 anni presi a riferimento, si riscontra un incremento degli impieghi bancari pro capite maggiore nelle realtà amministrative del centro-nord. I comuni della Lombardia, passando da un importo medio per abitante di 50.319 euro nel 2001 a 101.978 euro nel 2013, presentano, in valori assoluti, lo scarto più elevato pari a +51.658 euro (con un incremento di +103% circa). Seguono i territori comunali del Trentino-Alto Adige, veneti e toscani, tutti con valori superiori al dato medio nazionale (+15.730).
In Italia meridionale lo scarto maggiore tra inizio e fine periodo è registrato dai comuni abruzzesi (+14.085 euro), gli unici con un valore prossimo a quello del Paese. Nelle restanti amministrazioni del sud, infatti, l'incremento di impieghi bancari passa dal valore massimo dei comuni molisani (+7.916) a quello minimo delle amministrazioni siciliane (+3.818). Tra le realtà comunali con gli scarti più bassi, oltre a quelle meridionali, si registrano i casi delle amministrazioni laziali (+5.438), piemontesi (+6.047) e umbre (+7.376).
Negli anni presi in esame 2001-2007-2013 l'importo degli impieghi bancari pro capite cresce con la dimensione demografica. Dal confronto dei dati rilevati nelle due fasce temporali 2001-2007 e 2007-2013, emerge che i comuni appartenenti a tutte le classi di ampiezza registrano un incremento maggiore nel primo periodo, ad eccezione delle città con popolazione pari o superiore a 250mila abitanti, che vedono uno scarto positivo più elevato nel secondo sessennio.
Inoltre, mentre nel periodo 2001-2007, l'incremento percentuale più significativo si riscontra nei comuni di minore dimensione demografica, nei sei anni successivi, sono i comuni più grandi a registrare una crescita dell'importo medio pro capite degli impieghi bancari maggiore (+31%).
La rappresentazione cartografica mostra che gli impieghi bancari superiori al dato medio nazionale si concentrano nei comuni del centro-nord Italia, in particolare del Veneto, della Lombardia, del Piemonte, dell'Emilia-Romagna, della Toscana, delle Marche e del Lazio, nella provincia di Roma. All'opposto, nelle regioni meridionali, le realtà locali con impieghi bancari pro capite superiori alla media nazionale sono quasi del tutto assenti e si limitano a qualche caso isolato nelle amministrazioni abruzzesi.