I segnali di ripresa economica, registrati da più parti in queste ultimi mesi, sono ulteriormente confermati dai recenti dati Istat sulla spesa sociale dei Comuni italiani. Relativamente all’anno 2015, il welfare locale è cresciuto dello 0,2% rispetto all’anno precedente, che aveva già registrato un deciso aumento, nella misura dello 0,8%. Questo dopo che vi era stata una flessione di alcuni anni in concomitanza della grande crisi economica.
Nel dettaglio i Comuni, nel 2015, hanno speso circa 7 mld di euro, per la precisione 6 miliardi 932 milioni, per la protezione sociale (intesa come servizi al cittadino) che corrisponde allo 0,42% del Pil. Il tutto si riferisce al al netto del contributo degli utenti e del Servizio Sanitario Nazionale. Se a questo si sommano i cosiddetti “trasferimenti i monetari”, ovverosia l’erogazione di pensioni, ecco che la spesa sociale della nostra nazione raggiunge il 30% del Pil, sopra la media europea. Infatti, siamo primi in Europa per trasferimenti monetari e agli ultimi posti per i servi zi erogati ai cittadini, al pari dei paesi dell’est e del Portogallo.
Per ogni singolo abitante viene speso (per il servizio assistenziale), in media, 114 euro l’anno. Le punte più alte sono raggiunte al nord, con una media di circa 170 euro e con il record della Provincia di Bolzano con una spesa pro-capite di 546 euro; al sud, invece, spetta la spesa più bassa con circa 50 euro di media per singolo abitante (con il record negativo di 21 euro per la Calabria). Più di un terzo di queste somme (il 38%) sono destinate a famiglie con figli, un quarto a quelle con figli disabili. Il restante se lo spartiscono anziani e coloro che sono in condizioni di disagio economico e sociale.
Questa spesa, rispetto agli anni passati, è più o meno stabilizzata per le famiglie con figli, mentre è aumentata la quota per quelle con disabilità, passando dal 20,4% del 2005 al 25,4% del 2015. Anche la quota destinata ai servizi per gli immigrati è aumentata, passando dal 2,4% al 4,2%. Significativa la diminuzione della spesa destinata agli anziani che nello stesso periodo è passata dal 23,4% al 18,9%.
Tuttavia, se si prende in esame il biennio 2013/15 le risorse in più che sono state dirottate ai comuni sono state 69 milioni di euro; ma queste somme sono aumentate solo per i servizi ai disabili e agli stranieri. Il resto dei gruppi sociali identificati sono andati in diminuzione. In generale le somme destinate al sociale provengono per quasi il 70% dalle risorse dei singoli Comuni, il restante 30% proviene, altresì, dai fondi statali e da quelli europei.
In allegato il documentato Istat.