Le proposte di emendamenti al decreto "Fiscale" (dl 124/2019) pubblicate dall'ANCI riprendono le principali aspettative dei Comuni rispetto alla manovra finanziaria di cui il Parlamento sta avviando l'esame in questi giorni. Alcuni aspetti positivi emergono - in particolare - dal ddl Bilancio presentato alle camere nei giorni scorsi: stabilizzazione e crescita nel tempo dei contributi agli investimenti, ripristino del limite dei 5/12 per le anticipazioni di tesoreria, stabilizzazione per un triennio del fondo IMU-Tasi, avvio dell'operazione di abbattimento degli oneri del debito locale. A questi punti si aggiunge un riordino della fiscalità locale a parità di gettito (unificazione IMU-Tasi in una "nuova IMU" e unificazione dei prelievi su occupazione spazi pubblici e pubblicità in un nuovo canone) e l'avvio di una riforma della riscossione locale attesa da molti anni.
Con il dl fiscale sono ripristinati, almeno per il 2019, i fondi da destinare alle fusioni di Comuni, viene data sistemazione dal 2020 all'imposizione immobiliare sulle piattaforme marine, viene mantenuta l'incentivazione alla partecipazione comunale all'accertamento dei tributi erariali. Viene poi eliminato il tetto di spesa per la formazione del personale ed è ridefinita la gradualità della perequazione delle risorse comunali.
Le proposte dell'ANCI puntano, in primo luogo, ad ampliare la portata delle semplificazioni, riprendendo molte delle proposte già formulate (pdl ANCI "Liberiamo i Sindaci") e ora all'esame della Camera con la proposta presentata dall'on. Pella, Vicepresidente ANCI. Si punta ad abolire i tetti di spesa e i controlli e gli adempimenti inutili che aggravano l'azione amministrativa dei Comuni.
I nuovi obblighi in materia di "reverse charge" (art. 4) destano grande preoccupazione e se ne chiede l'abolizione per gli effetti organizzativi di enorme impatto che avrebbero sugli uffici comunali.
Viene reiterata la richiesta di reintegro del taglio temporaneo disposto "fino al 2018" dal dl n. 66 del 2014, anche in relazione alla ripresa del percorso della perequazione che però tuttora non vede alcun contributo da parte dello Stato, diversamente da quanto presto dalla Costituzione e dalla legge 42 del 2009. L'attenzione alle disponibilità di risorse correnti dei Comuni è condizione fondamentale sia per l'erogazione di servizi fondamentali, ma anche per assicurare la corretta e tempestiva gestione dei programmi di investimento.
Diverse proposte riguardano la sostenibilità del sistema contabile: il mantenimento FCDE al livello 2019, il rinvio del FGDC, nuovo accantonamento obbligatorio a fronte di ritardi nei pagamenti di debiti commerciali, la facoltà di riformulare il riaccertamento straordinario dei residui, il sostegno agli enti in crisi finanziaria con ulteriori fondi di liquidità e la facoltà di contrarre prestiti per il cofinanziamento di progetti sui quali altrimenti si perderebbero risorse statali o europee.
Proposte specifiche riguardano la gestione dei tributi comunali: dall'ampliamento dell'incentivazione agli avvisi bonari che l'Agenzia delle Entrate emette a seguito di segnalazioni comunali, alla compensazione dei debiti tributari con crediti per servizi, alla riscossione degli accertamenti definitivi della Tari attraverso le bollette elettriche.
La proposta di scindere i termini per l'approvazione delle tariffe TARI da fissare stabilmente al 30 aprile dell'anno di riferimento, unitamente alla proroga della facoltà di derogare ai coefficienti tariffari del DPR 158/99, assume ancora maggior urgenza alla luce delle modifiche al Piano finanziario rifiuti imposti dalla recente prima direttiva dell'ARERA sui costi del servizio rifiuti. Nonostante le evidenti difficoltà applicative, il nuovo metodo di calcolo dei costi entra in vigore già dal 2020, rendendo inconciliabile il procedimento relativo al prelievo sui rifiuti con il percorso di approvazione del bilancio di previsione.
Nei prossimi giorni pubblicheremo note di lettura preliminari sulle norme già entrate in vigore o già inserite nel ddl Bilancio.