Il direttore IFEL Pierciro Galeone ha partecipato ai lavori della Giornata Internazionale della Montagna e durante le celebrazioni ha illustrato contenuti elaborati dalla fondazione nel “Libro Bianco sulla Montagna. Ed. Rubbettino”.
“La pubblicazione – spiega Pierciro Galeone - non è solo un contributo che ancora mancava alla conoscenza del territorio italiano. E’ soprattutto un’occasione per guardare alle comunità di montagna in modo nuovo senza tentazioni romantiche ma anche senza alcun conformismo pessimista. Sono 2.487 i comuni montani in Italia, il 31,5% dei comuni italiani. Si estendono su una superficie territoriale di 106mila kmq, il 35% della superficie complessiva italiana. Nei comuni montani vivono 7,1 milioni di persone, il 12% della popolazione del Paese. Si è ormai consolidata l’idea che la Montagna sia una porzione bella ma irrimediabilmente marginale del territorio italiano. Uno splendido residuo del mondo preindustriale. Una retroguardia territoriale che, come ci chiede anche la Costituzione Italiana nell’art.44, dobbiamo tutelare perché non rimanga irrimediabilmente troppo indietro. E’ un’idea di Montagna affettuosamente di maniera. Il Libro bianco ci permette di gettare uno sguardo realistico e per questo non convenzionale. Se guardiamo agli scenari demografici che attendono l’Italia, le terre alte e le “comunità in salita”, possono apparirci invece, come le avanguardie che già affrontano oggi le questioni che domani arriveranno a valle nelle città e nelle metropoli. E possono essere sin d’ora i laboratori dove quelle questioni potranno trovare alcune soluzioni”.
Il direttore ha inoltre raccontato come l’Italia sia di fronte ad un fenomeno, che interessa in realtà quasi tutta l’Europa, qualificato come inverno demografico. “La popolazione italiana scende – ha dichiarato - la percentuale di anziani sale, i bambini in età scolare invece diminuiscono. Sono fenomeni non certo nuovi ma destinati ad accelerare nei prossimi anni. Ebbene la Montagna è in anticipo: negli ultimi 10 anni la popolazione residente nei comuni montani è diminuita del 5%, contro il -1,3% dei comuni non montani. In Italia la speranza di vita è di 83 anni ma quella di vita in buona salute è di 59 anni; mediamente 24 anni con bisogni che vanno da controlli periodici fino alla non autosufficienza. L’indice di invecchiamento nazionale è del 23,5 (percentuale over 65 sulla popolazione) nelle aree montane siamo già a 25,7%. Intanto sono In Italia sono diminuiti i servizi ospedalieri. Ogni 10.000 abitanti i posti letto sono mediamente 35 in Italia ma nelle aree montane solo 4. Il numero medio dei posti in ospedale è di 39 ogni 10.000 abitanti ma nelle aree montane siamo solo a 4. L’Italia dovrà rispondere ad una domanda di cura più ampia, utilizzando la telemedicina, tenendo sotto controllo il livello di istituzionalizzazione anche utilizzando la tele-diagnostica e la medicina digitale. La Montagna e già alle prese con questi problemi e se troverà delle soluzioni sarà grazie all’innovazione tecnologica e organizzativa”.
Non solo criticità. Per Galeone i comuni montani hanno un valore aggiunto in termini turistici.
“Sul turismo – conclude nel suo intervento – la montagna sembra superare la città. Il 51% dei comuni montani è turistico (località̀ montane, lacuali, collinari, termali, marine, religiose, città d'arte). I comuni montani registrano anche movimenti significativi negli esercizi ricettivi: nel 2022, gli arrivi (clienti, residenti e non residenti, ospitati negli esercizi ricettivi alberghieri o extra-alberghieri) sono 3.388 ogni 1.000 abitanti, contro il dato medio dei comuni non montani pari a 1.782 per 1.000 residenti. Le presenze, invece, che corrispondono al numero delle notti trascorse dai clienti, residenti e non residenti, negli esercizi ricettivi, sono pari a 12.535 per 1.000 ab. nei comuni montani e 6.130 nei comuni non montani. Uno dei modi per mitigare il turismo di massa che assedia molte città di pianura potrebbe essere, a mio avviso, una politica di diversificazione dei flussi soprattutto verso aree meno conosciute e anche per questo caratterizzate da un maggior valore ambientale. Una parte delle Montagna potrebbe salvare la pianura dall’”overtourism”.
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