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Mini e medi comuni Ristoro da 29 mln €- Italia oggi

  • 10 Feb, 2016
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Un (parziale) ristoro per i piccoli e medi comuni penalizzati dai fabbisogni standard.

A prevederlo è il decreto del ministero dell'interno 1° ottobre 2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 30 del 6 febbraio scorso. Il provvedimento dà attuazione all'art. 3, comma 4-bis, del dl 78/2015, che aveva stabilito di destinare i residui del fondo di solidarietà 2014 (pari a 29.286.158,00) a favore dei municipi che hanno subito le maggiori perdite sul riparto 2015. Tale misura era stata richiesta dall'Anci, che aveva evidenziato come la prima applicazione dei nuovi parametri meritocratici avesse in molti casi determinato una forte riduzione delle risorse assegnate. I rimborsi sono stati quantificati sulla base di una specifica nota metodologica definita con particolare riferimento ai comuni con popolazione non superiore a 60.000 abitanti, al fi ne di diminuire l'incidenza negativa qualora la decurtazione delle somme attribuite a titolo di fondo 2015 sia risultata superiore all'1,3% rispetto alle risorse attribuite per l'anno precedente. Beneficiari sono risultati 2.540 comuni delle regioni a statuto ordinario (le speciali, nello strano federalismo all'italiana, sono escluse dalla lotteria del fabbisogni standard). Il problema ora si sposta sul 2016, visto che l'ultima legge di stabilità (legge 208/2015) non solo ha riproposto il meccanismo, ma ne ha elevato dal 20 al 30% il peso rispetto al fondo nel suo complesso, prevedendo che salga al 40% dal 2017 e addirittura al 55% dal 2018. Nel frattempo, la Sose sta rivedendo i parametri sulla base degli aggiornamenti dei questionari di rilevazione trasmessi nei mesi scorsi dagli enti. I nuovi coefficienti dovrebbero essere approvati dalla nuova Commissione istituita dalla stessa legge 208 al posto della Copaff non oltre il 31 marzo, per consentire di definire il riparto (che quest'anno include anche le compensazioni Imu e Tasi) entro la fine del mese successivo. Come sempre, i numeri sono molto attesi da sindaci e ragionieri per chiudere i bilanci di previsione, tanto che la loro mancanza potrebbe determinare un nuovo mini slittamento della dead line attualmente fissata al 31 marzo e che potrebbe essere spostata al 30 aprile (si veda ItaliaOggi del 6/2/2016).

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