A comunicarlo è il Viminale, che apre inoltre un'altra finestra per consentire in extremis di ottenere la propria quota ai Comuni nei quali finora gli assegni sono stati bloccati dalle sanzioni previste per chi non invia in tempo i documenti di finanza pubblica. Chi si è messo in regola nel frattempo, spiega il ministero dell'Interno, potrà partecipare alla distribuzione di una nuova rata di "acconti" sul fondo di solidarietà 2015 in programma lunedì. Le risorse sbloccate in questi giorni dal Viminale, che le ha riassunte in un censimento voce per voce, riguardano larga parte di quegli arretrati che erano stati definiti dalle norme e dai vari accordi fra Governo e sindaci, ma non avevano poi trovato la strada dei decreti attuativi, in uno stallo che aveva sollevato le proteste dell'Anci (si veda Il Sole 24 Ore del 3 dicembre). Il capitolo più importante è rappresentato dal Fondo Tasi 2015, cioè la replica del contributo ai Comuni introdotto l'anno scorso per far tornare i conti con la Tasi anche negli enti che in passato avevano portato l'Imu al massimo e che quindi non sarebbero riusciti a raggiungere con il nuovo tributo lo stesso livello di entrata. La questione riguarda circa 1.800 Comuni,e il Viminale sblocca 449 dei 472 milioni complessivi (segno che i soldi arrivano all'ampia maggioranza delle amministrazioni interessate). Il fondo di quest'anno, che comprende anche una piccola quota per compensare i tagli in eccesso determinati dalle stime fuori misura sul gettito dell'Imu agricola, era stato disciplinato dal decreto enti locali (articolo 8, comma 10 del Dl 78/2015), e la sua distribuzione era stata definita dall'Economia con il Dm del 22 ottobre. Altri 62 milioni servono a compensare i Comuni delle misure che nel tempo hanno ridotto la base imponibile dell'Irpef, e di conseguenza il gettito dell'addizionale locale: 44,5 milioni, in particolare, nascono dalla cedolare secca, che fa uscire dal raggio d'azione dell'Irpef i redditi prodotti dagli affitti. Circa 67 milioni arrivano a titolo di fondo di solidarietà comunale, accanto a 40,5 milioni indirizzati alle Province, ma come accennato sopra questa partita non è finita. La nuova puntata in programma lunedì riguarderà gli enti che non hanno ricevuto nulla perché non hanno inviato in tempo i rendiconti 2014 o i questionari Sose per l'aggiornamento dei fabbisogni standard: va ricordato, però, che dal 16 novembre per non incappare nel blocco è necessario anche aver inviato il bilancio di previsione di quest'anno. I controlli mostrano ancora oltre un migliaio di amministrazioni inadempienti, ed è probabile che una parte importante del problema riguardi la Sicilia dove i preventivi potevano essere chiusi fino al 30 settembre. Un po' di attesa in più servirà invece per la distribuzione dei 29 milioni del «fondo cuscinetto» chiamato ad attenuare i tagli in circa 2.540 Comuni. Il tema, piccolo in termini di finanza pubblica ma importante peri singoli interessati, era stato al centro dell'agenda nelle lunghe trattative di settembre per deciderei criteri di distribuzione, ma il decreto attuativo deve ancora arrivare al traguardo.