In occasione del Consiglio dei Ministri del 16 febbraio scorso, Raffaele Fitto, Ministro per gli affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, ha illustrato la Relazione sull’attuazione della Politica di coesione 2014-2020.
L'analisi dello stato di avanzamento dei programmi della politica di coesione, europea e nazionale, per il ciclo di programmazione 2014-2020 restituisce un quadro in cui l’Italia, che è uno dei maggiori beneficiari dei fondi strutturali e di investimento europei (SIE), si colloca purtroppo agli ultimi posti per efficienza ed efficacia nell’utilizzo delle risorse assegnate.
Alla fine di ottobre 2022, la percentuale di spesa è pari al 55% del programmato, contro una media europea del 69% e i pagamenti sono fermi al 34%, considerando sia i Fondi SIE (Fondo Sociale Europeo FSE e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale FESR) e relativa quota di cofinanziamento nazionale, sia il Fondo di Sviluppo e Coesione FSC (nelle sue due articolazioni POC -Piani operativi complementari e PSC - Piani sviluppo e coesione).
In valore assoluto, su 126,6 miliardi di euro ne sono stati spesi 46,1; al netto degli interventi in risposta all’emergenza Covid, si tratta di 36,5 miliardi su 116,2 (pari al 31,5% del programmato).
Nel caso specifico dei fondi SIE, per i quali c’è l’obbligo di rendicontazione finale al termine del 2023 (in base alla regola N+2), la spesa complessiva ancora da realizzare entro dicembre 2023 è pari a 29,9 miliardi di euro (il 46% del valore delle risorse programmate).
Infine, la Relazione dà particolare risalto ai problemi di monitoraggio dei fondi, a quelli di governance e, nel caso del Fondo sviluppo e coesione (FSC), anche a criticità legate alla “spoliazione” dei programmi a favore di micro-interventi territoriali di carattere emergenza, sganciati dunque da una forte analisi di contesto e valutativa.
Per contrastare tutte le complesse problematiche sopra accennate, il Governo intende adottare rimedi strutturali, da un lato per rendere efficiente l’utilizzo dei fondi UE, dall’altro per riallineare la programmazione di Coesione, PNRR e Repower EU, il nuovo piano che potrà utilizzare per l’attuazione degli interventi programmati fino al 7,5% dei fondi della politica di coesione.
Tali rimedi, nel contesto complessivo di una nuova strategia, dovranno essere definiti entro il 30 aprile p.v., la data in cui i Piani “Repower EU” e la revisione del PNRR dovranno essere inviati a Bruxelles.