Il «bonus» nazionale potrebbe riguardare secondo le stime del Caf Acli (si veda Il Sole 24 Ore del 16 maggio) circa 600mila delle 931mila case date in comodato, e potrebbe offrire un beneficio assai più generoso dei soli 20 milioni calcolati dalla manovra per rimborsarei Comuni. Numeri più definitivi, però, si conosceranno solo dopo l'acconto, perché le variabili messe in gioco dal meccanismo scritto in legge di stabilità sono parecchiee si moltiplicano nell'incrocio con le regole locali (su questo aspetto si veda l'altro articolo in pagina). La regola, prima di tutto, dimezza la base imponibile, e quindi l'imposta, per le abitazioni non «di lusso» (sono quindi escluse le poche che il Catasto inserisce nelle categorie A/1, A/8e A/9) che vengono concesse in comodato gratuito ai «parenti in linea retta entro il primo grado», cioèa figlio genitori. Fin qui è tutto facile, ma le cose si complicano quando si guarda alle altre condizioni, introdotte con l'obiettivo di limitare gli effetti del beneficio che era stato deciso per ragioni politiche, ma presentava qualche problema di copertura. Per rientrare nel dimezzamento dell'imposta, la casa data in comodato deve essere nello stesso Comune in cui si trova l'abitazione principale del pro prietario,e quest'ultimo non deve possedere alcun altro bene immobile. Basta quindi aver ereditato anche una piccola quota di un terzo immobile per uscire dal raggio d'azione dello sconto, che invece rimane in vigore se le proprietà extra sono una seconda pertinenza oppure un immobile non abitativo, per esempio un terreno: sul punto la norma era piuttosto zoppicante, ma il chiarimento è arrivato direttamente dal dipartimento Finanze con una risuluzione (la 1/2016) che ha evitato il rischio di effetti paradossali. Ma c'è anche una terza condizione a ridurre la platea. Per avere lo sconto occorre che il contratto sia registrato, un passaggio che spesso le famiglie hanno evitato trattandosi di rapporti fra genitori e figli. La registrazione costa 232 euro,e può aver indotto una parte dei potenziali beneficiari a rinunciare quando lo sconto sarebbe stato più modesto. Sarà l'incrocio dei tre requisiti a determinare l'ampiezza effettiva del bonus, che come spesso accade solletica i contribuenti ma preoccupa i Comuni: con una platea potenziale da 600mila beneficiari si può arrivare fino a 80 milioni (l'ImuTasi media per la seconda casa è di 235 euro), cioè quattro volte tanto rispetto al rimborso previsto peri Comuni.Il quadro