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L'Anci torna all'attacco sulla sanatoria delle delibere- Italia oggi

  • 21 Gen, 2016
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Si riapre la partita sulla sanatoria delle delibere tributarie comunali approvate nel 2015 dopo la scadenza dei termini di legge.

A riproporre la questione è l'Anci, che ha presentato un emendamento ad hoc al decreto Milleproroghe per mettere in sicurezza i conti degli enti interessati. Come si ricorderà , il problema nasce dal mancato rispetto, da parte di circa 800 sindaci, della regola stabilita dall'art. 1, comma 169, della legge 296/2006, che consente di ritoccare i tributi locali solo fino alla data fissata per il varo dei bilanci preventivi. Per il 2015, la scadenza è stata prorogata più volte, una prima volta al 31 marzo, poi al 31 maggio e infine al 30 luglio, tranne che per enti di area vasta e per i comuni della Sicilia, che hanno beneficiato di un extra time fino al 30 settembre. Per i comuni che hanno tagliato il traguardo in ritardo, si è aperto un grosso problema di quadratura dei conti, ulteriormente aggravato dal blocco delle aliquote imposto per quest'anno dalla legge di stabilità . Dopo un lungo tira e molla, infatti, la legge 208/2015 ha previsto una deroga solo per i comuni che hanno sforato di un solo giorno la dead-line del 30 luglio. Con questa mossa sono stati salvati circa 260 comuni, ma ne ha lasciati nei guai molti altri (circa 700, secondo l'Anci, di cui un centinaio interessati all'ormai imminente tornata elettorale). Da qui il nuovo tentativo di mettere una pezza più larga al buco. La proposta di emendamento, infatti, mira a rendere efficaci le delibere approvate dai comuni fino al 30 settembre. La sanatoria, però, opererebbe solo nella sola parte in cui tali provvedimenti dispongono variazioni di aliquota o istituzione di tributi comunali per le fattispecie non esentate dalla stabilità  e a condizione che siano state validamente inviate, ai fini della pubblicazione, sul portale del federalismo fiscale entro il 21 ottobre 2015. La parte più critica della norma proposta è però quella che riguarda l'impatto sui contribuenti, che sarebbero chiamati a versare anche le somme eventualmente non corrisposte in sede di saldo 2015. Unica consolazione è la disapplicazione di sanzioni e interessi agli eventuali pagamenti di importi dovuti a integrazione dell'imposta già  versata, se effettuati entro il 16 giugno 2016. Ora la palla ripassa al governo, che finora si è mostrato decisamente contrario a qualsiasi ipotesi di ulteriore sanatoria.

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