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Affitti, il risparmio Imu-Tasi arriva al 17%- Sole 24ore

  • 21 Dic, 2015
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Quanto vale davvero lo sconto del 25% su Imu e Tasi previsto dal 2016 per chi affitta case a canone concordato?

Il risparmio d'imposta può arrivare anche a 400 euro all'anno, alleggerendo fino al 17% il carico fiscale complessivo tra imposte patrimoniali e sui redditi di locazione. Questo almeno per gli alloggi che hanno una rendita catastale elevata - in genere in categoria A/2 anzichà© A/3 - e si trovano in città  che hanno alzato al massimo le aliquote dei due tributi, come accade a Roma, dove non ci sono agevolazioni per gli affitti a canone concordato. Risparmi inferiori, ma comunque nell'ordine dei duetrecento euro l'anno si potranno ottenere, in media, nelle altre grandi città , con significative differenze sul territorio. Lo sconto fiscale è introdotto dal Ddl di Stabilità  2016, che va a limare del 25% le aliquote Imu e Tasi deliberate dai Comuni per le abitazioni affittate a canone concordato. Una misura che secondo le previsioni del Governo avrebbe un costo limitato (70 ­80 milioni stimati), ma che dovrebbe servire a dare nuova linfa al mercato degli affitti a prezzi sostenibili, in cui il proprietario accetta di affittare la casa a un prezzo inferiore a quello di mercato in cambio di una fiscalità  di favore. Questa spinta, poi, si aggiunge alla cedolare secca, che per questi immobili è abbassata al 10% fino a tutto il 2017, mentre dal 2018 tornerà  al 15 per cento. Il Sole 24 Ore ne ha valutato la convenienza pesando l'impatto dell'incentivo sulla tassazione totale (si vedano gli esempi a fianco). Le simulazioni riguardano due appartamenti ­tipo in cinque grandi città : Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli. Per tutti si è preso in considerazione un appartamento di 70 metri quadri, situato in zona semicentrale, con alcune dotazioni aggiuntive (doppi vetri, porta blindata e cosଠvia) per il quale sono state individuati dall'ufficio studi di Confediliziai canoni minimi e massimi, applicabili sulla base dei singoli accordi territoriali e dei parametri aggiuntivi indicati. Per omogeneizzare il più possibile le stime, i calcoli sulla tassazione sono invece stati realizzati sul canone medio annuo. Il risultato è un risparmio d'imposta che parte dal 7% medio annuo (in regime di tassazione ordinaria) a Milano e arriva fino al 17% di Roma (in regime di cedolare secca). Tradotto in cifre, se nel 2015 per l'appartamento di Milano si sono pagati in media 1231 euro, tra Imu, Tasi e cedolare secca, dal 2016 si verseranno poco più di mille euro di tasse. Ancora più forte l'impatto a Roma: su 2.355 euro di prelievo fiscale 2015, si risparmieranno oltre 407 euro l'anno prossimo. Lo sconto impatta di più, naturalmente, sui contribuenti che hanno optato per il regime della cedolare secca, ma questo è evidente, perchè© la cedolare al 10%è quasi sempre più conveniente della tassazione ordinaria, a meno che non si tratti di contribuenti a basso reddito con elevate detrazioni. Dalle simulazioni si vede anche il peso del fattore catastale: chi possiede case dalla rendita bassa, con Imue Tasi ci guadagna comunque, e gli sconti del Ddl di Stabilità  non fanno altro che riflettere questo dato di partenza. C'è da chiedersi, allora, se questo incentivo basterà  a riaccendere il mercato degli affitti "sostenibili" a prezzi calmierati. Secondo il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, si tratta di un segnale positivo «che può dare una boccata di ossigeno soprattutto ai contratti esistenti ». più difficile però che sia la molla decisiva anche per nuovi contratti «perchè© ­ aggiunge il presidente l'impatto di Imu e Tasi rispetto all'Ici su questi immobili è stato spaventosoe serve un incentivo più forte ». Per Confedilizia il vero rilancio si otterrebbe solo con un'aliquota agevolata fissa «intorno al 4 per mille ». Senza dimenticare, poi, che a influenzare le decisioni dei proprietari sarà  anche la misura del canone concordato, diversa da città  a città . In alcuni Comuni gli importi sono fermi da molto tempo, o comunque troppo distanti dai valori di mercato.A Milano, ad esempio, non sono di fatto mai partiti fino all'intesa del giugno scorso. In altre città , invece, i canoni concordati sono più vicini a quelli di mercato. Ed è in questi casi che vale la pena di approfondire le valutazioni.

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