Tra vecchi e nuovi balzelli a partire dal prossimo mese è infatti tutto uno scadenziario fiscale. Si comincia a maggio con la prima rata della tassa rifiuti, perché in attesa della nuova Tares si pagano comunque Tarsu o Tia, che già lo scorso anno avevano subito aumenti medi intorno al 30%. E così se ne andranno i primi 2 miliardi. Ai quali se ne aggiungeranno altrettanti a luglio per la seconda rata. A giugno arriva poi il pagamento della prima rata Imu sulle seconde case e "capannoni" se ne andranno via circa altri 17 miliardi di euro. Sempre a giugno pagheranno pegno le imprese che tra saldo 2012 e acconto 2013 dell'Ires verseranno all'erario 8 miliardi di euro. Ma giugno è anche il mese del calvario fiscale per lavoratori autonomi, artigiani, commercianti e delle imprese per la parte di loro competenza dell'Irpef, che tra saldo 2012 e acconto 2013 preleverà quest'anno dalle tasche di settori già in crisi la bellezza di 14,4 miliardi. A rendere infine ancora più bollente la calda estate del fisco c'è poi l'aumento dell'Iva dal 21 al 22% su prodotti di largo consumo, che porterà via negli ultimi sei mesi quasi due miliardi. Una gincana fiscale a cui si aggiungono versamenti Inps e tassa d'iscrizione alla Camera di commercio per lavoratori autonomi, artigiani e commercianti.